A volte una madre che sta allattando, se ammalata, sceglie di curarsi con terapie diverse dalla tradizionale medicina allopatica. Il panorama delle terapie alternative è vasto e variegato, e non è facile delineare un quadro completo; tuttavia è possibile fare alcune considerazioni di fondo, che possono aiutare la mamma a valutare la relazione fra la terapia alternativa che sta seguendo e l’allattamento.

La formazione del medico è indipendente dalla sua competenza sull’allattamento al seno.

Sebbene la formazione e l’orientamento terapeutico del medico possano variare molto, questo non dà indicazioni alla madre per la sua scelta, per quanto riguarda l’allattamento. Ci sono medici che hanno compiuto approfondimenti sull’argomento e hanno una buona esperienza clinica personale di madri che allattano esclusivamente al seno; questi medici sono in grado di fornire maggiormente informazioni ed indicazioni concrete utili per sostenere la mamma e proteggere il suo allattamento. Altri medici, pur competenti nella loro specializzazione, non conoscono la quotidianità dell’allattamento materno e le sue problematiche, e quindi possono dare indicazioni in contrasto con ciò che è necessario per la buona riuscita dell’allattamento, o possono non essere al corrente di tutte le soluzioni ed accorgimenti utili per aiutare la mamma che allatta. Questo vale anche per le medicine “dolci” o “naturali”.

Qualunque sostanza terapeutica deve essere sempre valutata con attenzione.

Anche se non appartenente alla farmacopea tradizionale, qualunque sostanza con proprietà terapeutiche deve essere valutata con attenzione. Ad esempio, preparati erboristici o galenici possono trasferirsi nel latte materno. Comunque i farmaci, di qualunque origine siano, possono o no incidere sulla lattazione. I dati disponibili sono pochi e, anche se non tutte le sostanze passano necessariamente nel latte o influiscono sulla salute del neonato, il miglior criterio è far riferimento al medico competente per quel tipo di trattamento, e soprattutto osservare il bambino, mentre si sta effettuando una qualsiasi terapia.

Per quanto riguarda i prodotti erboristici, la consulente professionale Sheila Humphrey (v. L’Allattamento Moderno n°27, 2000) afferma:

Non sappiamo ancora se i componenti delle erbe penetrino nel latte materno, ma come succede per quasi tutte le altre sostanze medicamentose, per sicurezza è bene supporre che lo facciano. Le reazioni biochimiche che governano l’ingresso di qualsiasi sostanza chimica nel latte indubbiamente riguardano anche le erbe. Nella maggioranza dei casi, le erbe non contengono quantità elevate di sostanze attive, sebbene gli elementi costitutivi possano essere molto numerosi. Applicando la regola generica secondo la quale circa l’1% di una sostanza chimica penetra nel latte materno, appare improbabile che nel latte giungano quantità significative degli elementi chimici contenuti in una determinata erba; è importante tenere presente, tuttavia, che gli elementi costitutivi tossici di alcune piante hanno provocato reazioni negative tramite il latte materno. (…) Come succede per qualsiasi medicina, la mamma deve sempre chiedere consiglio al proprio medico e conoscere gli effetti, compresi quelli collaterali, dell’erba che intende utilizzare. L’assunzione di erbe in dosi terapeutiche può comportare effetti collaterali indesiderati oppure interagire con altri farmaci.

Antonella Sagone