Quando, all'età di 16 anni, fui operata al seno a causa di un tumore benigno, il chirurgo mi pronosticò delle difficoltà nell'allattamento... forse avrei dovuto prestare maggiore attenzione alle sue parole!

I nove mesi di gravidanza erano trascorsi senza alcun problema, le contrazioni erano arrivate puntuali ed efficaci e il parto si preannunciava veloce e privo di complicazioni. Quando Teresa nacque e divenne cianotica capii che qualcosa non avrebbe funzionato. Il trasporto in elicottero fino all'ospedale di Padova, l'intervento d'emergenza, la diagnosi: interruzione dell'esofago. Teresa superò l'operazione ma le condizioni restavano gravi e si sospettavano danni cerebrali.
Ero disperata, ma decisi comunque di provare a togliere il latte dal seno con un tiralatte elettrico. Le difficoltà non erano poche: nel reparto di terapia intensiva non c'era uno spazio per toglierlo, il personale mi consigliò di smettere e alla bambina, che ora veniva alimentata con un sondino, somministrarono latte artificiale mentre il mio latte era destinato ai bambini con malattie metaboliche, che non potevano assumere quello artificiale.

Dopo circa un mese la bambina era un groviglio di fili, flebo, cannule. Mi sentivo una madre fallita: stanchissima per il parto e per i continui spostamenti (l'ospedale distava circa 40 Km), potevo vedere mia figlia solo poche ore al giorno.

Riuscimmo, grazie ad una nonna agguerritissima, a trasferire Teresa in un reparto dove ci era consentito starle accanto e somministrarle il latte materno con una siringa attraverso il sondino nasogastrico. La bambina riprendeva peso e cominciava a crescere, crescere, crescere... Dopo qualche settimana, la prima dimissione. Il peggio sembrava passato. Eravamo finalmente a casa con nostra figlia. Eravamo così felici, io e suo padre, di poterla finalmente abbracciare!

Ma non era finita.

Una sera, mentre Teresa stava piangendo, cessò improvvisamente di respirare, perse conoscenza e divenne cianotica. Corremmo disperatamente verso l'ospedale ed applicammo intuitivi metodi di rianimazione che ebbero, per fortuna, successo. Il ripetersi delle crisi respiratorie nei mesi successivi, i nostri tentativi di capire quale tecnica di rianimazione fosse più adatta, il tenere sempre a portata di mano la bombola dell'ossigeno, rendeva noi stanchissimi e la bambina sempre più irrequieta. Le previsioni per Teresa non erano ottimistiche: ci vennero consigliati un nuovo, delicato intervento chirurgico e l'applicazione di un sondino direttamente nello stomaco.

Chiedemmo ai medici di aspettare ed intanto cercammo di osservare attentamente le reazioni della bambina. Quando aveva circa tre mesi tornammo a casa, togliendo il sondino, e provammo ad attaccarla al seno e... sorpresa: contro tutte le previsioni, Teresa imparò lentamente a succhiare. E da quel momento fino ai tre anni allattarla fu l'unico modo per farle assumere i liquidi, in quanto i problemi di deglutizione continuarono per molto tempo.

Infatti, mentre l'apprendimento del meccanismo della deglutizione di liquidi da bicchieri o biberon è stato un processo lentissimo conclusosi solo dopo il compimento del terzo anno d'età, fin dal primo momento la deglutizione del latte dal seno materno non ha presentato grossi problemi. Ho sempre utilizzato i benefici effetti del contatto pelle a pelle e dell'allattamento per tranquillizzare e consolare la bambina, nonché per assicurarle un'efficace copertura immunitaria (determinante quando si trascorrono lunghi periodi in ospedale), un'alimentazione completa e ricca di tutte le sostanze, presenti solo nel latte materno, che permettono l'ottimale sviluppo del cervello (particolarmente importanti per bambini che hanno avuto sofferenze celebrali).

Per noi, insomma, l'allattamento ha significato soprattutto la difesa accanita della normalità e della serenità di nostra figlia. Ora Teresa ha quattro anni, frequenta la scuola materna, ha imparato a bere e quindi non "ciuccia" più dalla sua mamma, è una bambina vivace ed autonoma, forse solo un po' gelosa della nuova sorellina. Ed io sono una madre sorridente, anche quando sento dire che lo stress inibisce la produzione del latte...

F. Bonato