Che l’allattamento rechi una serie di benefici a breve e lungo termine sia per la salute del bambino sia per quella della madre è ormai assodato: più a lungo si allatta, tanto maggiore risulta il beneficio che ne deriva. Pertanto – esordisce il comunicato del Tavolo Tecnico Operativo Interdisciplinare sulla Promozione dell’Allattamento al Seno del Ministero della Salute pubblicato poche settimane fa e che si trova a questo link: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2272_allegato.pdf - l’allattamento va sospeso solo quando vi siano reali e documentate controindicazioni mediche oppure per scelta informata da parte della madre
E se la donna che allatta deve assumere farmaci per curarsi? Un farmaco è giudicato “compatibile con l’allattamento” quando gli effetti collaterali per il bambino sono poco probabili o, se presenti, comunque poco rilevanti. Questa la posizione del TAS.
E ancora: fatta una valutazione sul rischio, pochi farmaci risultano veramente controindicati in corso di allattamento. Un’eventuale sospensione dell’allattamento potrebbe togliere al bambino e alla mamma i benefici dell’allattamento stesso, che sono ben documentati. Il medico, chiamato a dare il suo parere, deve quindi chiedersi se vi siano reali motivi clinico-scientifici per definire come “assolutamente controindicato” un farmaco in corso di allattamento. I foglietti illustrativi delle confezioni commercializzate sconsigliano in maniera stereotipata l’assunzione di molti farmaci, sia in gravidanza, sia in allattamento, spesso senza alcuna distinzione fra le due diverse condizioni.
Curarsi non è in conflitto con il diritto del bambino di essere allattato. Se occorre assumere un farmaco controindicato in corso di allattamento, ma solo per un periodo limitato di tempo (per esempio alcuni radioisotopi per la scintigrafia), la mamma può decidere di tirarsi il latte e gettarlo via per il tempo di eliminazione della sostanza chimica, e riprendere successivamente l’allattamento. Alcuni farmaci, come l'insulina per il diabete o gli ormoni tiroidei sostitutivi per l'ipotiroidismo, se assunti correttamente e alle dosi terapeutiche indicate, non determinano nel neonato effetti collaterali significativi. È comunque buona prassi assumere il farmaco giudicato compatibile dagli istituti competenti subito dopo la poppata, in modo da permettere al corpo di metabolizzarlo. Se necessario, è meglio modificare l'orario in cui si assume il farmaco per seguire il naturale ritmo delle poppate del tuo bambino, piuttosto che il contrario.
Queste considerazioni a protezione dell’allattamento sono valide a prescindere dall’età del bambino allattato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo ricordiamo, incoraggia l’allattamento anche oltre il secondo anno di vita.
La Leche League, associazione che da 59 anni nel mondo e da 36 anni in Italia sostiene e informa le donne che desiderano allattare, si dichiara lieta che a specificare nuove linee guida per l’utilizzo di farmaci nella donna che allatta sia il Ministero della Salute italiano, superando i diversi pregiudizi, per sostenere le famiglie nelle loro scelte.
Al documento del Ministero è allegato un utilissimo elenco delle agenzie certificate per dare informazioni su farmaci e allattamento.
Per contatti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. cell 340 9126893
Il documento è disponibili a questo link: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2272_allegato.pdf
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