Il 17 ottobre del 1956 7 donne negli Stati Uniti si riunivano per affrontare un problema che le riguardava da vicino e che riguardava ogni donna del pianeta che partoriva un bambino: l’allattamento.
Negli anni ’50 le campagne promozionali di cibi alternativi al latte materno avevano infatti raggiunto il loro apice nel continente nordamericano, e avrebbero raggiunto quel picco un ventina di anni dopo in Europa. Le donne non allattavano praticamente più.
Quelle 7 pioniere dei diritti dell’allattamento convinsero alcuni amici medici, pediatri, ostetriche e ricercatori a porre la loro attenzione sulla fisiologia dell’allattamento materno e sulle peculiari e positive caratteristiche che il latte materno aveva, anche se non erano ancora scientificamente dimostrate.
Nel corso di questi 60 anni le attività promosse da La Leche League in tutto il mondo hanno creato una sensibilizzazione sull’argomento tale che OMS, Unicef e tutte le agenzie della Salute nell’intero globo si sono occupate delle componenti del latte materno, talmente vaste che ad oggi non sono ancora state del tutto scoperte.
Nella realtà sono pochissime – come è ovvio che sia altrimenti ci saremmo estinti da milioni di anni - le donne che non sono in grado di produrre latte per i loro bambini (siamo nell’ordine di una madre su diecimila), come ben sanno le popolazioni non ancora interessate dal marketing delle industrie. Tutte le altre donne sono ostacolate da interferenze di tipo sociale e culturale, come false credenze, falsi miti, regole da rispettare che non rispettano la fisiologia della produzione del latte materno, poca comprensione da parte della società occidentale e dai suoi vari welfare …
Tutte cose che oggi sono note e risapute grazie alla tenacia di quelle sette donne di Chicago, che avevano re-imparato ad allattare grazie agli insegnamenti delle loro baby sitter messicane che – molto meno acculturate di loro – non si ponevano la domanda se il latte sarebbe arrivato o no: allattavano e basta, come da sempre avevano fatto le loro madri e le loro nonne!
L’emissione di un francobollo dedicato a La Leche League International ed ai suoi 60 anni di contributi alla soddisfazione di un bisogno naturale di madri e bambini (che solo in Italia sono circa mezzo milione l’anno) intende sottolineare come l’allattamento sia una buona pratica di salute e di armonia per madre e bambino, che contribuisce inoltre in maniera estremamente economica ed ecologica alla crescita sana e allo sviluppo ottimale di ogni futuro cittadino del mondo ed al mantenimento in salute delle loro mamme.
Molte donne ancora oggi nel globo non riescono ad allattare e rinunciano con frustrazione, dolore e talvolta ripercussioni psicologiche che porteranno con sé per l’intera durata della vita, come spesso dimostrano agli incontri gratuiti de La Leche League le tante nonne che, sgomente, realizzano che anche loro avrebbero potuto allattare se solo avessero saputo “come”.
La missione de La Leche League da 60 anni, in oltre 70 paesi, e circa 7mila Consulenti che parlano oltre 30 lingue differenti, è raggiungere quelle donne, e dire loro che allattare si può; occorre però conoscere la fisiologia e non lasciarsi ingannare da messaggi fuorvianti.
L’emissione di un francobollo dedicato alla mamma che allatta può contribuire in maniera non indifferente alla diffusione di questa cultura, volta anche a permettere di allattare in pubblico alle donne senza che questo comportamento naturale possa essere stigmatizzato da censure culturali che hanno dimenticato il buon senso.
A nome di tutta La Leche League International, porgiamo i nostri più sinceri ringraziamenti al Ministero dello Sviluppo Economico per aver accettato di realizzare questo francobollo, che partirà in migliaia di esemplari per raggiungere migliaia di mamme in tutta la superficie della terra.
Avendo saputo che l’astronauta Samantha Cristoforetti è incinta, le chiederemo di portarne magari uno anche nello spazio.
Francesca Garofalo
Presidente de La Leche League Italia
17 ottobre 2016
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