Gli Stati dovrebbero adottare misure urgenti per fermare la commercializzazione “ingannevole, aggressiva e inappropriata” di sostituti del latte materno da parte di un’industria globale multi-miliardaria, dicono i relatori speciali delle Nazioni Unite sul diritto alla salute, Dainius Puras, e sul diritto al cibo, Hilal Elver, insieme al gruppo di lavoro sulla discriminazione contro le donne, e alla commissione per i diritti del bambino.
“Queste pratiche di marketing spesso influenzano negativamente la scelta e la capacità delle madri di allattare i loro bambini nel miglior modo possibile, e di godere dei molti benefici per la salute che derivano dall’allattamento” – dicono gli esperti. – “Questo è particolarmente dannoso quando le aziende prendono di mira i mercati non ancora sfruttati nei paesi in via di sviluppo perché quelli dei paesi sviluppati sono già saturi”.
Gli esperti di diritti umani hanno sottolineato come gli strumenti a disposizione delle Nazioni Unite per reprimere le pratiche di marketing inappropriate non vengano utilizzati a sufficienza.
“Banalmente troppo pochi Stati membri hanno adottato le misure giuridiche rigorose, complete e applicabili necessarie” – sottolineano. – “Chiediamo loro di adottare le misure per proteggere i bambini e le madri dalle pratiche ingannevoli del marketing, e di allinearsi pienamente con le raccomandazioni contenute nel Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno e nelle successive risoluzioni dell’Assemblea Mondiale della Sanità, e le nuove Linee Guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)”.
Gli esperti hanno inoltre avvertito che vi è una mancanza di senso di responsabilità da parte delle imprese di fronte alle conseguenze negative di questi abusi, notando che l’industria globale vale 44.8 miliardi di dollari e si prevede che aumenterà a più di 70 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Allo stesso tempo, i tassi di allattamento rimangono stagnanti, con un solo bambino su tre in tutto il mondo allattato in maniera esclusiva per sei mesi.
L’OMS stima che le vite di altri 820.000 bambini potrebbero essere salvate ogni anno se tutte le madri seguissero i suoi consigli (http://www.who.int/features/factfiles/breastfeeding/en/) ad avviare l’allattamento entro un’ora dalla nascita, dando solo latte materno per i primi sei mesi, e continuando l’allattamento fino a quando i figli raggiungono l’età di due anni, affiancandolo ad appropriati alimenti complementari.
Gli ostacoli ai progressi evidenziati dagli esperti sono la mancanza di informazioni degli operatori sanitari, le tradizioni culturali e famigliari e la stigmatizzazione delle donne che allattano in luoghi pubblici e sul posto di lavoro, esponendo le donne a stereotipi di genere nocivi o a tabù in tutte le regioni del mondo.
Gli esperti sottolineano che la restrizione dell’autonomia delle donne nel prendere decisioni sulla propria vita porta alla violazione dei diritti delle donne alla salute e viola la dignità della donna e la sua integrità fisica. Le Nazioni Unite dovrebbero fare attenzione a non condannare o giudicare le donne che non vogliono o che non possono allattare.
Gli esperti delle Nazioni Unite plaudono ai passi concreti che sono posti in atto per reprimere le pratiche commerciali inappropriate, ed anche per promuovere, sostenere e proteggere l’allattamento come – ad esempio – il congedo di maternità retribuito, gli spazi di lavoro sicuri per l’allattamento o per la spremitura e conservazione del latte, una migliore formazione per gli operatori sanitari, e la possibilità di garantire alle donne informazioni accurate in modo che possano fare scelte informate sulle pratiche di alimentazione ottimali. L’accesso alla buona qualità dei sostituti del latte materno dovrebbe essere regolamentata e conveniente.
“I bambini hanno il diritto al miglior stato di salute possibile. L’allattamento è una parte fondamentale di questo stato di salute, seguito da alimenti sicuri e nutrienti durante la loro crescita. Gli studi scientifici dimostrano decisamente che i bambini allattati hanno maggiori probabilità di sopravvivere e svilupparsi, mentre è stato dimostrato che le donne possono essere protette contro alcune malattie”, hanno detto gli esperti di Diritti Umani.
(*) Leggi la dichiarazione completa:
www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=20871&LangID=E
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