di Katherine A. Dettwyler, A & M University College Station Texas, da Breastfeeding Abstracts Vol. 14 n. 1 Agosto 1994 su L’allattamento Moderno n. 6-7 Primavera-Estate 1995.

Negli Stati Uniti, le donne ricevono consigli contrastanti su quando svezzare definitivamente i figli dal seno. L’American Academy of Pediatrics consiglia di farlo al compimento di un anno, mentre l’OMS e l’UNICEF consigliano almeno due anni e oltre. Molti medici considerano “prolungato” un allattamento di sei mesi, ed alcuni operatori sanitari mettono in discussione le ragioni di donne che allattano oltre l’anno. A loro volta, ci sono donne che potrebbero tenere nascosto il fatto che stanno ancora allattando un bambino grandicello, ad operatori sanitari o parenti che disapprovano questa scelta. Dalla ricerca antropologica abbiamo saputo che in molte culture non occidentali i bambini sono allattati di consuetudine per tre-quattro anni. Sono eccentrici loro, o lo siamo noi? Possiamo esaminare altri animali per determinare quale sarebbe l’età naturale per lo svezzamento, il distacco completo dal seno, negli umani moderni se non fosse modificato da credenze culturali?

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Come tutti i mammiferi, gli umani hanno ghiandole mammarie per nutrire la loro prole. All’interno della classe Mammalia, gli umani appartengono all’ordine dei Primati, e seguono essenzialmente il modello dei primati per quanto riguarda l’allattamento e lo svezzamento, un comportamento modellato con l’aiuto di più di 65 milioni di anni di selezione naturale, in modo da assicurare il miglior tasso di sopravvivenza possibile nei piccoli dei primati. Si presume che questo modello base sia determinato principalmente da fattori genetici. In aggiunta, diversi fattori variabili collegati alle condizioni di vita sono anch’essi associati all’età dello svezzamento in primati non umani. Che cosa suggeriscono queste variabili per quanto riguarda l’età “naturale” dello svezzamento negli umani?

Svezzamento secondo il momento in cui si triplica o quadruplica il peso della nascita.

L’idea che i mammiferi svezzino la loro prole quando hanno triplicato il peso della nascita è riportata diffusamente nella letteratura sull’allattamento (Lawrence 1989). Questa regola empirica è valida per animali con corporatura piccola ma non per quelli più grandi. Ricerche recenti hanno esaminato l’età dello svezzamento secondo lo stadio della crescita in mammiferi grandi, compresi i primati. Le ricerche dimostrano che lo svezzamento avviene alcuni mesi dopo il raggiungimento di un peso quattro volte, piuttosto che tre volte, superiore a quello della nascita (Lee, Majluf and Gordon, 1991). Tipicamente, quando quadruplicano il peso della nascita i bambini statunitensi? Per i maschi, l’età media è intorno i 27 mesi; per le femmine è intorno ai 30 mesi.

Svezzamento secondo il raggiungimento di un terzo del peso adulto.

Altri studi suggeriscono che i primati siano come gli altri mammiferi nel fatto di svezzare i cuccioli quando raggiungono circa un terzo del peso adulto (Charnov and Berrigan, 1993). Gli esseri umani hanno tante misure diverse, ma l’età dello svezzamento si aggirerebbe intorno ai 4 - 7 anni se si applicasse questo criterio di confronto, con i maschi solitamente allattati per più tempo delle femmine, e popolazioni di corporatura grossa che allattano più a lungo di popoli con corporatura piccola.

Svezzamento secondo misura corporea adulta.

Harvey e Clutton-Brock (1985) hanno pubblicato uno studio dei diversi fattori variabili collegati alle condizioni di vita, compresa una formula per il calcolo dell’età dello svezzamento, basata sul peso corporeo medio della femmina adulta. Quest’equazione pronostica un’età dello svezzamento, negli umani, che varia dai 2.8 ai 3.7 anni, a seconda del peso medio corporeo della femmina adulta, con tempi più prolungati di allattamento per i popoli di corporatura grossa.

Svezzamento secondo la durata del periodo gestazionale.

Viene spesso riportato nella letteratura che, fra i mammiferi in generale, l’età dello svezzamento è approssimativamente equivalente alla durata del periodo di gestazione (Lawrence 1989). Secondo questo criterio, ci si potrebbe aspettare che lo svezzamento negli umani possa avvenire dopo soli nove mesi di allattamento al seno. Questo rapporto uno-a-uno è però fortemente influenzato dalla dimensione adulta raggiunta dall'animale. Per molti primati di corporatura piccola, la durata dell’allattamento è inferiore al periodo della gestazione. Fra le specie di primati di corporatura grossa, la durata del periodo di allattamento supera di molto la durata media del periodo di gestazione. Per i parenti più stretti degli umani, cioè lo scimpanzé e il gorilla, la durata del periodo di allattamento supera di più di sei volte quello gestazionale. Gli umani sono fra i primati più grandi, e hanno più del 98% del loro materiale genetico in comune con i gorilla e gli scimpanzé. Basandoci su questi confronti, una stima per l’età naturale dello svezzamento negli umani sarebbe un minimo di sei volte la durata della gestazione, o 4.5 anni.

Svezzamento secondo l’eruzione dentaria.

Secondo la ricerca di Smith (1991), molti primati svezzano i loro piccoli quando stanno mettendo i primi molari permanenti. L’eruzione dei primi molari permanenti avviene intorno ai 5.5 o 6.0 anni negli umani moderni. È interessante notare che il raggiungimento della competenza immunologica adulta avviene anch’esso intorno ai sei anni, suggerendo che, in tutto il nostro passato evoluzionistico recente, le immunità attive fornite dal latte materno fossero normalmente disponibili al bambino fino a circa quest’età (Fredrickson).

Il nostro passato evoluzionistico ha prodotto un organismo che fa affidamento sull’allattamento materno per assicurare il supporto per lo sviluppo fisico, cognitivo ed emotivo. I dati provienenti da primati non umani suggeriscono che i bambini umani siano stati progettati per ricevere tutti i benefici del latte materno per un minimo assoluto di due anni e mezzo, e un limite massimo apparente di circa sette anni. La selezione naturale ha favorito quei neonati con una forte predisposizione genetica ad aspettarsi che l’allattamento al seno continuasse per diversi anni dopo la nascita; il risultato è uno stimolo di suzione che rimane forte per tutto questo periodo.

Oggi molte società sono in grado di venire incontro ai bisogni nutritivi del bambino, dopo l’età di tre-quattro anni, con cibi adulti modificati. Le società industrializzate occidentali possono compensare alcuni (ma non tutti) i vantaggi immunologici dell’allattamento con antibiotici, vaccini e buon supporto sanitario. Ma i bisogni fisici, cognitivi e emotivi del bambino persistono. Dovrebbe essere portato alla conoscenza degli operatori sanitari, dei genitori e del pubblico in generale che un’età ragionevole e appropriata per lo svezzamento negli esseri umani sarebbe fra i tre e i sette anni, non importa quanto insolito possa essere nel mondo occidentale allattare un bambino oltre i primi mesi. Molti spunti in proposito si trovano nel volume pubblicato da La Leche League Italia Allatti Ancora?

Bibliografia
Charnov, E.L. e D. Berrigan. Why do female primates have such long lifespans and so few babies? or Life in the slow lane. Evol Anthropol 1993; 1:191-94
Fredrickson, D. University of Kansas, Intervista privata
Harvey, P.H. e T.H. Clutton-Brock Life history variation in primates. Evolution 1985; 39:559-81
Lawrence, R.A. Breastfeeding: A Guide for the Medical Profession, 3rd edition. St. Louis: Mosby, 1989.
Lee, P.C., P. Majluf and I.J. Gordon. Growth, weaning and maternal investment from a comparative perspective. J. Zool Lond 1991; 225:99-114
Smith, B.H, Age of weaning approximates age of emergence of the first permanent molar in nonhuman primates, abstracted. Phys Anthropol Suppl 1991; 12:163-64.

Traduzione di Shera Lyn Parpia