• Come smettere di allattare? Idee pratiche per la fine dell’allattamento

    Come smettere di allattare? Idee pratiche per la fine dell’allattamento

     

    tratto dal sito de La Leche League Russia http://www.lllrussia.org/mamam/nutritionweaning/14-articles/104-weaning.html

    Redatto da Natalia Gerbeda Wilson
    Tradotto, aggiornato e integrato a maggio 2024 da La Leche League Italia

    Prima o poi ogni madre che allatta si troverà ad affrontare il termine dell’allattamento. A prescindere dalla ragione che ti ha portato a leggere questo articolo, speriamo che troverai suggerimenti pratici e utili per porre fine all’allattamento senza provocare, o riducendo al minimo, il disagio e il dispiacere per il tuo bambino o la tua bambina e per te stessa. Lo scopo di questo articolo è dare alle mamme un’idea più articolata possibile circa le varie situazioni che possono presentarsi quando è necessario interrompere l’allattamento. Vuole anche fungere da promemoria-orientamento rispetto a ciò che ci si può aspettare nel momento in cui interrompiamo l’allattamento in base all’età del bambino o alle circostanze che portano all’interruzione: subito dopo il parto, prima dell’anno, dopo l’anno di età. Tratteremo anche situazioni di un’interruzione improvvisa dettata da circostanze esterne.

    Gli scenari più frequenti

    Svezzamento naturale: per la mamma è il modo più semplice e meno faticoso di porre fine all’allattamento e, per la bambina o il bambino, il meno traumatico. Crescendo, il bisogno di succhiare dei bambini va diminuendo fino al momento in cui smettono di chiedere il seno. Di solito, con questo approccio i bambini smettono di chiedere il seno in un qualsiasi momento dopo aver compiuto l’anno di età fino a... 7-9 anni. Naturalmente sono estremi che rappresentano rare eccezioni, la maggior parte di bambini si colloca in mezzo ad essi: la media statistica si aggira attorno ai 4 anni. 

    Svezzamento guidato dalla madre: è la mamma a decidere di porre fine all’allattamento e ciò può avvenire a causa di motivazioni molto diverse. 

    Svezzamento su iniziativa del bambino: il bambino all’improvviso smette di attaccarsi di sua iniziativa senza che la madre possa prevederlo. Si tratta di un improvviso rifiuto del seno.

    Svezzamento improvviso provocato da condizioni esterne: è necessario interrompere l’allattamento in modo anche brusco per lo più a causa di motivi medici. 

    Per terminare l’allattamento e sopprimere la produzione del latte, a prescindere dall’età del bambino o della bambina e dalla motivazione, tante mamme hanno seguito con soddisfazione il principio “gradualmente e con amore”. Questo significa che la madre, a seconda delle possibilità, si relazionerà con amore e rispetto non soltanto con il suo bambino ma anche con sé stessa e con il proprio corpo.

    Dopo l’interruzione dell’allattamento, il latte può rimanere nei seni anche per diversi anni. In genere le donne se ne accorgono se comprimono il seno. Se succede anche a te che spremendo il seno esca un po’ di latte, non preoccuarti: è normale. (Puoi trovare maggiori informazioni nell'approfondimento a fine articolo)

    L’interruzione dell’allattamento subito dopo il parto

    L’interruzione dell’allattamento con bambini sotto i 12 mesi

    Smettere di allattare bambini oltre l’anno di età

    L’interruzione improvvisa dell’allattamento dettata da circostanze esterne

    L’interruzione dell’allattamento subito dopo il parto

    Si verifica quando la mamma non può allattare il bambino per motivi di salute, oppure il neonato non può nutrirsi di latte materno a causa di una sua condizione patologica (p. es. galattosemia – condizione alquanto rara); o ancora quando la mamma decide di non allattare per motivi diversi;  infine, nella dolorosa situazione di una morte perinatale. 

     Che cosa ci si può aspettare?

    • Durante i primi giorni il seno secerne il colostro. 
    • Dopo 3-7 giorni, anche in assenza di suzione, avviene la montata lattea. 
    • Il seno può diventare duro, gonfio, caldo, dolorante e rosso. 
    • Per la soppressione della lattazione occorrono circa 2-3 settimane. Trascorso questo tempo, il seno non sarà più gonfio ma può contenere del latte ancora per molto tempo senza causare disagio. 
    • Se il latte continua a fuoriuscire spontaneamente dal seno dopo che sono trascorsi 3 mesi dall’interruzione dell’allattamento, occorre rivolgersi al medico per chiarirne le cause.

    Che cosa si può fare?

    • La madre che non può o non vuole allattare sin dalla nascita del suo bambino avrà come obiettivo la soppressione della lattazione e la diminuzione del disagio collegato. Il modo più sicuro e salutare per sopprimere la lattazione è imitarne il decorso naturale.
    • Indossa un reggiseno di cotone comodo, abbastanza capiente, 24 ore su 24. Il reggiseno deve sostenere ma non comprimere il seno. 
    • Usa impacchi freddi per diminuire il gonfiore e il dolore nel seno. Puoi usare un pacchetto di ghiaccio avvolto in un asciugamano. 
    • Usa la spremitura manuale oppure un tiralatte per alleviare la tensione nel seno. Per i primi giorni può essere necessario spremere il seno di frequente, anche ogni due ore. A differenza della spremitura per mantenere o aumentare la produzione del latte, non è necessario drenare a fondo o svuotare il seno. Prima di tirare il latte puoi applicare calore umido oppure farti una doccia calda. Il latte così uscirà più facilmente. 
    • Farmaci quali paracetamolo o ibuprofene possono essere usati per dare sollievo al dolore. È meglio consultare un medico prima di farne uso.  Puoi scaricare alcune schede con informazioni generali su farmaci antinfiammatori in allattamento qui: https://lllitalia.org/images/pdf/Farmaci_FANS_Allattamento_LLL.pdf
    • Infusi di salvia, prezzemolo e menta aiutano a diminuire la produzione del latte. 
    • Se nel seno senti parti dure e gonfie, se hai sintomi influenzali (febbre, brividi, stanchezza…), se ci sono striature rosse o rossore sul seno, rivolgiti a un medico per escludere e risolvere un possibile problema di stasi del latte. In tal caso è necessario drenare il seno fino a ridurre tensione e dolore, finché la stasi del latte non sia superata.  
    • Nutriti e bevi come di solito.

    Metodi in uso ma sconsigliati

    • Cabergolina (in commercio come “Dostinex”): si tratta di un farmaco fornito con prescrizione medica che viene usato per sopprimere la lattazione. Gli effetti collaterali possono includere: mal di testa, capogiri, spossatezza, ipotonia ortostatica, naso sanguinante. Anche in questo caso è importante confrontarsi con un medico e soppesare bene i pro e i contro della soppressione farmacologica della lattazione. (NB: dopo le prime settimane dal parto la cabergolina ha un effetto notevolmente ridotto)
    • Fasciatura del petto: fasciarsi il seno NON ne previene il gonfiore nella maggior parte delle donne; inoltre aumenta notevolmente il rischio di mastite o di stasi del latte. 
    • Restrizioni alimentari: NON hanno alcun effetto sulla produzione del latte.
    • Limitazioni nell’assunzione di liquidi NON diminuiscono la produzione di latte. Se limitate l’assunzione di liquidi, andrete meno spesso in bagno ma la quantità di latte non diminuirà.

    Qualche altro spunto

    • Se hai deciso di non allattare per motivi personali e la bambina o il bambino mostra ora segni di allergia alla formula (il cosiddetto latte artificiale), puoi decidere di riconsiderare la tua scelta. Rilattare non è impossibile e accade molto più spesso di quanto non si pensi. Le Consulenti de La Leche League sono a tua disposizione per parlarne e aiutarti a trovare le strategie migliori per te e la tua famiglia.
    • Se hai ancora dubbi o sei indecisa riguardo all’allattamento, potresti cercare intanto di mantenere la produzione di latte con la spremitura manuale o usando il tiralatte. 
    • Se avevi intenzione di allattare, ma dopo il parto non ti è possibile per motivi psicologici, puoi spremere il latte per poterlo dare al bambino. Una Consulente in allattamento (volontaria La Leche League, o professionista IBCLC) può aiutarti ad affrontare il problema. 
    • Se hai perso il tuo bambino o la tua bambina durante la gravidanza o dopo la nascita, puoi donare il latte alla banca del latte dell’ospedale, così da poter aiutare altri bambini malati o nati prematuri. Potrebbe piacerti come idea, oppure potresti voler ridurre al più presto la produzione di latte. Qualsiasi sia la tua scelta, fai quello che ti senti, fai quello che ti fa stare meglio in una situazione così complessa e dolorosa. 
    • Se volevi allattare, ma ciò non è possibile per cause mediche e questo ti fa soffrire, una Consulente in allattamento, una psicologa o chiunque altro che possa comprendere il tuo dolore e disagio può aiutarti. 
    • Se dopo averci ragionato hai scelto di non allattare e qualcuno cerca di mettere in discussione la tua decisione, puoi porre dei limiti alla conversazione. Alcune mamme pensano in anticipo a delle risposte da dare in questi casi, come per esempio: “Grazie che ti preoccupi per me. Ho già pensato di discutere a fondo la questione con il mio pediatra. Se avrò bisogno del tuo aiuto, approfitterò della tua disponibilità” (un tono di voce deciso ma amichevole rende piú facile la comunicazione).

    L’interruzione dell’allattamento con bambini sotto i 12 mesi

    Il latte materno è la principale fonte nutrizionale dei bambini per i primi 12 mesi di vita. Dopo i 6 mesi compiuti è possibile iniziare ad introdurre cibi complementari. Verso la fine del primo anno il latte materno può continuare a rappresentare circa il 75% del loro fabbisogno nutritivo. Nella maggior parte di casi l’interruzione dell’allattamento durante il primo anno di vita avviene per iniziativa della madre o a causa di fattori esterni. Se è il bambino o la bambina a rifiutare il seno, in genere si tratta del cosiddetto “sciopero del poppante” e, con alcune accortezze, è molto spesso possibile che il bambino o la bambina tornino a poppare dopo alcuni giorni.

    Che cosa ci possiamo aspettare?

    • Si tratta di un processo graduale che ha bisogno di tempo. 
    • Osservando attentamente le reazioni di tua figlia o tuo figlio sarai in grado di renderti conto se stai procedendo troppo velocemente. 
    • Se tua figlia o tuo figlio è malato, sta sperimentando un periodo di forte stress o sta consolidando l’acquisizione di qualche nuova capacità, potrebbe essere utile ritardare l’inizio di questo processo. 
    • È probabile che la bambina o il bambino pianga e si opponga all’abbandono delle poppate.
    • La quantità di latte nel seno andrà diminuendo. 
    • Se si comprime il seno, un po’ di latte può fuoriuscire anche alcuni mesi o addirittura anni dopo il termine dell’allattamento. 
    • Se il latte fuoriesce ancora spontaneamente dal seno 3 mesi dopo il termine dell’allattamento, rivolgiti al medico per capirne le cause. 
    • Potresti perdere o prendere peso.

    Che cosa possiamo fare?

    • Un atteggiamento affettuoso, amorevole e allo stesso tempo sicuro e convinto sarà d’aiuto nel processo di fine allattamento. Smettere di allattare non significa smettere di amare.
    • Prova ad iniziare eliminando le poppate a cui ti sembra che la tua bambina o il tuo bambino tenga di meno. Per ultime affronta le poppate che per lei o lui sono invece più importanti. Puoi chiedere al partner o a qualche altra persona fidata e vicina di provare ad aiutarti e affiancarti in questo percorso.
    • Se possibile, lascia passare almeno alcuni giorni, meglio una settimana, prima di togliere la poppata successiva. In questo modo la bambina o il bambino si abituerà pian piano al biberon, al bicchiere o alla tazzina, e allo stesso tempo la tua produzione di latte andrà diminuendo naturalmente. Così eviterai di avere il seno gonfio e di incorrere in problemi quali ingorghi o mastite.
    • È probabile che le poppate saranno sostituite dall’uso del biberon o del bicchiere con beccuccio ed è possibile che il bambino abbia bisogno del ciuccio. 
    • Se tra una poppata e l’altra senti il seno troppo pieno, puoi spremerlo manualmente. Basta spremere una piccola quantità di latte, giusto per alleviare il disagio. 
    • Se ti è impossibile procedere in modo graduale, puoi leggere le indicazioni riportate sopra: L’interruzione dell’allattamento subito dopo il parto.
    • Se nel seno si formano parti dure e hai la febbre, sarà necessario drenare il seno fino a ridurre tensione e dolore. Se la temperatura non si abbassa dopo 24 ore, è meglio rivolgersi al medico.

    Qualche altro spunto 

    • Se il bambino mostra segni di allergia al latte formulato, puoi rivalutare la tua decisione di interrompere l’allattamento. 
    • Molti organismi competenti, come per esempio l'OMS e il Ministero della Salute e molte Associazioni di pediatri consigliano di allattare per almeno un anno e proseguire l’allattamento se il bambino e la mamma lo desiderano. 
    • La decisione di interrompere l’allattamento può essere condizionata da stanchezza, nervosismo, uno stato di depressione oppure da sentimenti di incompetenza e sfiducia. A volte si spera che, smettendo di allattare, si risolvano problemi presunti o reali (i frequenti risvegli notturni, l’impressione che il bambino o la bambina siano troppo dipendenti, scarso appetito e simili). L’allattamento non causa problemi ai bambini e quindi la sua interruzione non può esserne la soluzione. Può essere di aiuto mettersi in contatto con qualche altra madre che ha già vissuto quest'esperienza o con una Consulente de La Leche League per discutere del problema e cercare percorsi alternativi allo svezzamento. 
    • I bambini di quest’età solitamente ricevono la maggior parte del nutrimento dal latte. A 12 mesi il latte materno può fornire fino a circa il 75% del fabbisogno nutrizionale. Inoltre è importante in quanto fonte di anticorpi e protezione contro svariate malattie. 
    • I bambini possono poppare con minor frequenza di giorno mentre di notte potrebbero continuare a poppare spesso. Anche in questo caso tieni presente che la suzione ha un posto ancora importante nella loro vita. 
    • Se stai allattando una bambina o un bambino grandicello, può darsi che tu senta pressione da parte di chi ti sta attorno. Forse ti senti strana, sola, fuori luogo. In tal caso cerca di costruirti una rete di mamme che allattano bambini dell’età del tuo. Gli incontri gratuiti de La Leche League sono un buon posto dove confrontarsi e fare anche amicizie.
    • Non è necessario interrompere l’allattamento quando devi rientrare al lavoro. Vi sono molte madri che allattano i loro bambini anche dopo il rientro. Al riguardo puoi leggere il nostro libro “Allattare e lavorare SI PUÒ!”

    Smettere di allattare bambini oltre l’anno di età

    Che cosa ci possiamo aspettare?

    • Quanto più grande è il bambino, tanto più facile sarà concludere l’allattamento.
    • Anche per i bambini più grandi ci vuole del tempo per terminare l’allattamento. La durata di questo processo dipende anche dal numero di poppate nelle 24 ore. 
    • Un bambino più piccolo può diventare nervoso ed irrequieto se non è ancora pronto per lasciare il seno (pianti, aumento di altri bisogni…). 
    • Più grande è il bambino, più possibilità avrai di “metterti d’accordo” con lui. 
    • Potresti sentirti triste e/o impotente. 
    • Osservando attentamente le reazioni del tuo bambino, potrai controllare se non si stia procedendo troppo velocemente per lui. 
    • Smettere di allattare raramente risolve problemi, reali o percepiti (per esempio problemi di sonno, di alimentazione, di comportamento, di dipendenza dalla madre). 
    • Durante questo periodo il bambino o la bambina avrà comunque tanto bisogno della tua attenzione in altri modi. Quest’aumentato bisogno di attenzione è in genere temporaneo. 
    • Se non sei convinta che tua figlia o tuo figlio sia pronto per staccarsi dal seno, se non sei convinta di voler interrompere l’allattamento, se provi sensi di colpa, la bambina o il bambino può percepirlo e chiedere il seno più spesso. Probabilmente non è pronta/o per smettere di poppare. O magari non sei pronta tu.

    Che cosa possiamo fare?

    • Cerca di avere un atteggiamento convinto e positivo. 
    • Considera che il processo di fine allattamento può richiedere più tempo di quanto hai previsto. Possibilmente cerca di aggiustare le tue aspettative man mano che andrete avanti. 
    • Prova ad attenerti al principio “non offrire - non rifiutare”. Se la bambina o il bambino te lo chiede, offrigli il seno. Se non te lo chiede, non glielo ricordare. Questa tecnica non comporta rischi e pericoli e i bambini in genere reagiscono bene. 
    • Prova a cambiare le circostanze in cui allatti tuo figlio o tua figlia. Spesso i bambini amano poppare in certi momenti della giornata oppure hanno dei luoghi preferiti. Se per esempio alla tua bambina o al tuo bambino piace poppare quando ti siedi sul divano, cerca di evitare di stare seduta sul divano. 
    • Chiedi aiuto a chi ti è vicino. Il partner o una persona di fiducia possono per esempio aiutare il bambino o la bambina al posto tuo nel passare dal sonno alla veglia al mattino se normalmente si attacca al seno subito dopo il risveglio. 
    • Cerca di anticipare il suo desiderio di poppare e prova a proporre un’alternativa o a distogliere la sua attenzione prima della richiesta. Se conosci gli orari delle poppate, puoi preparare in anticipo qualcosa da mangiare o da bere oppure preparare delle attività che potranno distrarla/o (leggere un libro, andare a fare una passeggiata, un giocattolo nuovo, portarlo a giocare dove ci sono altri bambini). 
    • Distrazioni: alcuni bambini poppano molto a casa e poco o per niente quando sono altrove. In questo caso sarà d’aiuto trascorrere piú tempo fuori casa. 
    • Posticipare: i bambini più grandi possono essere in grado di aspettare per poter poppare (per esempio gli si può dire che potrà attaccarsi quando la mamma avrà un posto dove sedersi, quando avrà finito di pulire il bagno oppure quando finirete di fare quella costruzione, ecc.).
    • Sostituzione: le poppate al risveglio, serali o notturne possono essere sostituite da massaggi, coccole, letture o qualsiasi altra forma di tenerezza e attenzione. 
    • Puoi provare ad accorciare la durata delle poppate. 
    • Contrattare: può funzionare bene con bambini più grandi. Bambini oltre i 3 anni capiscono concetti come “mettersi d’accordo” o “promettere”.
    • Le poppate a cui il tuo bambino o la tua bambina tiene di più andrebbero eliminate per ultime. 

     Metodi in uso ma sconsigliati

    • Puoi decidere di smettere di allattare in tempi brevi. In tal caso puoi leggere i suggerimenti su L’interruzione dell’allattamento subito dopo il parto riportati sopra. L’interruzione brusca può provocare abbassamenti di umore in seguito al calo rapido dei livelli di prolattina. Se sei soggetta a depressione oppure soffri di qualche altro disturbo psichico, è meglio consultare il tuo medico prima di interrompere all'improvviso l’allattamento. 
    • Separarsi dal bambino per un po’ di tempo: è meglio evitare questa strategia per terminare l’allattamento soprattutto se la bambina o il bambino non è abituato a stare lontano da te. La perdita di due cose fondamentali contemporaneamente, cioè della mamma e dell'allattamento, può avere un impatto non trascurabile sul suo benessere psichico e fisico. Dopo il tuo ritorno potrebbe attaccarsi in maniera ancor più forte a te, meglio passare più tempo possibile insieme. Inoltre, se le poppate erano frequenti, il seno potrebbe ingorgarsi. Puoi leggere i consigli per evitare gli ingorghi riportati sopra nella sezione “L’interruzione dell’allattamento subito dopo il parto”.
    • Applicare ai capezzoli qualcosa di amaro o piccante è un altro metodo popolare. Queste sostanze (aglio, cipolla, peperoncino e simili) possono irritare il seno e soprattutto la pelle delicata dei capezzoli. Sentimenti di spavento e disgusto possono causare al bambino un forte stress. 
    • Puoi rileggere la sezione Metodi in uso ma sconsigliati nella parte: “L’interruzione dell’allattamento subito dopo il parto”.

    Qualche altro spunto

    • Se desideri smettere di allattare o limitare l’allattamento, puoi procedere con lo “svezzamento parziale”. Questo significa limitare la durata delle poppate oppure toglierne soltanto alcune (per esempio quelle diurne oppure quelle notturne). 
    • Se sostituisci il seno con il biberon, evita di offrire bibite contenenti zucchero (anche i succhi naturali contengono zucchero). Prendere biberon con latte artificiale, latte vaccino o bibite zuccherate aumenta il rischio di carie. 
    • Se la bambina o il bambino mostra segni di stress, questo può significare che si procede troppo velocemente. Tali sintomi possono essere: balbuzie, risvegli notturni più frequenti, diventare “appiccicoso” durante la giornata, ansia da separazione, attaccamento ad oggetti nuovi (un pupazzo, una pezza ecc.), iniziare a mordere. 
    • Se ti senti molto stanca e il seno è spesso molto pieno, probabilmente si sta invece procedendo troppo velocemente per te. 
    • Puoi fare qualche passo indietro o decidere di posticipare un po' la fine dell’allattamento, non ci sono regole rigide. 

    L’interruzione improvvisa dell’allattamento dettata da circostanze esterne

    • Molte patologie e molti medicinali sono compatibili con l’allattamento. Puoi leggere l’articolo “Farmaci nella donna che allattasu questo sito oppure gli articoli relativi ai “Problemi medici della mamma” nella sezione “domande e risposte". Oppure puoi contattare una Consulente de La Leche League. 
    • Se non riesci ad avere velocemente informazioni riguardo la tua situazione e la tua possibilità di allattare, conviene estrarre il latte finché non avrai le informazioni necessarie per poter poi decidere serenamente. 
    • Se ti ricoverano d’urgenza, informa il personale medico che stai allattando. I medici hanno bisogno di avere questa informazione per aiutarti a prevenire la stasi del latte o infezioni e a mantenere la produzione di latte fino alla tua dimissione. Un’ostetrica o un’infermiera possono anche aiutarti a tirarti il latte per mantenere la produzione o spremerlo finché la produzione del latte non si arresta. 
    • Informati se è possibile organizzarsi per poter allattare in ospedale. Spesso è possibile che la bambina o il bambino rimanga in ospedale con la madre a condizione che un famigliare se ne prenda cura. Se non è possibile, un parente potrebbe portarla/o per le poppate.

    Se stai cercando informazioni per una parente o amica che è stata ricoverata d’urgenza può essere utile sapere quanto segue: 

    • Informa il personale medico dell'allattamento in corso. In situazioni estreme, grazie alle tue informazioni sarà possibile evitarle la mastite e la sua degenerazione in un ascesso. Un’ostetrica o un’infermiera possono anche aiutare la mamma ricoverata a tirarsi il latte per mantenere la produzione o spremerselo finché la produzione del latte non si arresta. 
    • Se una tua parente o amica si trova in questa situazione, cerca di starle vicina e darle supporto. Sostienila, incoraggiala, aiutala a guardare verso il futuro e a vederlo sotto una luce positiva. Rassicurala che il suo bambino o la sua bambina sta bene, che chi se ne prende cura lo fa con amore e impegno e gli/le vuole bene.

     

     


     

    per capire di piú:

    COSA SUCCEDE AL SENO QUANDO SI INTERROMPE L’ALLATTAMENTO?

    Studi sulla composizione del latte durante un’interruzione improvvisa hanno rivelato che la capacità  secretoria della ghiandola mammaria cambia velocemente dopo una interruzione dell’allattamento ma la ghiandola in fase di involuzione rimane parzialmente funzionale per 45 giorni.

          • Ruth A. Lawrence, Robert M. Lawrence in Breastfeeding A Guide for the Medical Profession 8th Edition - October 13, 2015

     (IN PAROLE SEMPLICI)

    Piccoli quantitativi di latte o siero vengono prodotti per settimane, mesi o anni da donne che hanno precedentemente allattato, oppure hanno avuto una gravidanza. La quantità in genere è molto piccola, e un flusso spontaneo termina generalmente nel giro di 2-3 settimane. Donne che hanno allattato più a lungo, che hanno estratto maggiori quantità, possono sperimentare dopo l’interruzione una produzione di latte per un tempo maggiore. Qualsiasi stimolo, poi, come controllare la presenza di latte, ispezioni frequenti al seno, frizione da parte del reggiseno e stimolazione durante i rapporti possono stimolare ulteriormente la produzione. 

          •   Kelly Bonyata,BS, IBCLC

     

    Ogni donna vivrà un'esperienza leggermente diversa, quindi quando è opportuno preoccuparsi e rivolgersi al medico? Se il latte esce dal seno spontaneamente ancora 2-3 mesi dopo la fine dell’allattamento, è opportuno consultarsi con un medico. Oppure se persiste una discreta produzione o se il seno rimane gonfio, duro, dolente, mesi dopo un'interruzione totale dell’allattamento.

          •  Keryn Thompson RM & IBCLC

    INTERRUZIONE DELL’ALLATTAMENTO: COSA SUCCEDE AL SENO? (UN APPROFONDIMENTO SCIENTIFICO)

    L’interruzione dell’allattamento porta all’involuzione della ghiandola mammaria: è un fenomeno complesso che culmina con l’apoptosi delle cellule epiteliali della mammella, un rimodellamento del tessuto mammario e una rigenerazione del cuscinetto lipidico. Come sostenuto da tanta letteratura scientifica, numerose “molecole segnale”, proteine, ormoni, sono coinvolti in questo processo che contribuisce a produrre un microambiente che va a mimare il microambiente dove si sviluppa il cancro. La ricerca scientifica ha evidenziato che l’interruzione dell’allattamento entro i sei mesi dal parto è verosimilmente associata con una involuzione improvvisa della ghiandola mammaria. Un’involuzione così improvvisa assume le caratteristiche di una tipica risposta ad una offesa/lesione che quindi può essere associata ad un incrementato rischio di sviluppare una neoplasia. Diversamente, un allattamento prolungato termina con una modalità tipica da “svezzamento naturale”. L’involuzione che segue questo processo è caratterizzata da una riprogrammazione ordinata del tessuto mammario e termina con una completa o quasi completa degradazione del vecchio parenchima. Come spiegato in alcuni studi, questa risposta fisiologica può proteggere la ghiandola mammaria dallo sviluppo tumorale e quindi spiegherebbe l’effetto protettivo di un allattamento prolungato.

     

    Silanikove N. Natural and abrupt involution of the mammary gland affects differently the metabolic and health consequences of weaning. Life Sci. 2014 Apr 25;102(1):10-5. doi: 10.1016/j.lfs.2014.02.034. Epub 2014 Mar 7. PMID: 24607778.
    Jena MK, Jaswal S, Kumar S, Mohanty AK. Molecular mechanism of mammary gland involution: An update. Dev Biol. 2019 Jan 15;445(2):145-155. doi: 10.1016/j.ydbio.2018.11.002. Epub 2018 Nov 15. PMID: 30448440.

     

       


    Bibliografia

    • American Academy of Family Physicians. Policy Statement on Breastfeeding. 1989-2001;
    • American Academy of Pediatrics Work Group on Breastfeeding. Breastfeeding and the use of human milk. Pediatrics 1997; 100:1035-39;
    • Bergman, D. How weaning happens. Schaumburg, IL: La Leche League International, 1999;
    • Eglash, A. Treatment of Maternal Hypergalactia, Breastfeed Med. 2014 Nov 1; 9(9): 423–425 ;
    • Hale, T. Medications and Mothers’ Milk, 10th ed. Amarillo, TX: Pharmasoft, 1992-2002;
    • Lawrence, R. A. and Lawrence R.M. Breastfeeding: A Guide for the Medical Profession, 5th ed. St. Louis: Mosby, 1999;
    • Mohrbacher, N. and Stock, J. The Breastfeeding Answer Book. Schaumburg, IL: La Leche League International, 1997;
    • Smith CA: Effects of maternal undernutrition upon newborn infants in Holland (1944-1945), J Pediatr 30:229, 1947;
    • World Health Organization and UNICEF. Global Strategy for Infant and Young Child Feeding, 2000-2002.
  • Il momento giusto per smettere di allattare

    di Katherine A. Dettwyler, A & M University College Station Texas, da Breastfeeding AbstractsVol. 14 n. 1 Agosto 1994 su L’allattamento Modernon. 6-7 Primavera-Estate 1995.

     

    Negli Stati Uniti, le donne ricevono consigli contrastanti su quando smettere di allattare definitivamente i figli.

    L’American Academy of Pediatrics raccomanda di farlo al compimento di un anno, mentre l’OMS e l'UNICEF suggeriscono di allattare per almeno due anni e oltre. Molti medici considerano “prolungato” un allattamento di sei mesi, e alcuni operatori sanitari mettono in discussione le ragioni di donne che allattano oltre l’anno. A loro volta, ci sono donne che potrebbero tener nascosto il fatto che stanno ancora allattando un bambino più grande a operatori sanitari o parenti che disapprovano questa scelta.
    Dalla ricerca antropologica abbiamo saputo che in molte culture non occidentali i bambini sono allattati di consuetudine per tre-quattro anni. Sono eccentrici loro, o lo siamo noi? Possiamo esaminare altri animali per determinare quale sarebbe l’età naturale per smettere di allattare negli umani moderni se non fosse modificato da credenze culturali?

    Come tutti i mammiferi, gli umani hanno ghiandole mammarie per nutrire la loro prole. All’interno della classe Mammalia, gli umani appartengono all’ordine dei Primati, e seguono essenzialmente il modello dei primati per quanto riguarda l’allattamento e il suo termine, un comportamento modellato con l’aiuto di più di 65 milioni di anni di selezione naturale, in modo da assicurare il miglior tasso di sopravvivenza possibile nei piccoli dei primati. Si presume che questo modello base sia determinato principalmente da fattori genetici. In aggiunta, diversi fattori variabili collegati alle condizioni di vita sono anch’essi associati all’età in cui si smette di allattare nei primati non umani. Che cosa suggeriscono queste variabili per quanto riguarda l’età “naturale” della fine dell'allattamento negli umani?

     

    1) Fine dell'allattamento secondo il momento in cui si triplica o quadruplica il peso della nascita.

    L’idea che i mammiferi smettano di allattare la loro prole quando hanno triplicato il peso della nascita è riportata diffusamente nella letteratura sull’allattamento (Lawrence 1989). Questa regola empirica è valida per animali con corporatura piccola ma non per quelli più grandi. Ricerche recenti hanno esaminato l’età della fine dell'allattamento secondo lo stadio della crescita in mammiferi grandi, compresi i primati. Le ricerche dimostrano che la fine dell'allattamento avviene alcuni mesi dopo il raggiungimento di un peso quattro volte, piuttosto che tre volte, superiore a quello della nascita (Lee, Majluf and Gordon, 1991). Normalmente, quando quadruplicano il peso della nascita i bambini statunitensi? Per i maschi, l’età media è intorno i 27 mesi; per le femmine è intorno ai 30 mesi.

     

    2) Fine dell'allattamento secondo il raggiungimento di un terzo del peso adulto.

    Altri studi suggeriscono che i primati siano come gli altri mammiferi nel fatto di smettere di allattare i cuccioli quando raggiungono circa un terzo del peso adulto (Charnov and Berrigan, 1993). Gli esseri umani hanno tante misure diverse, ma l’età della fine dell'allattamento si aggirerebbe intorno ai 4 - 7 anni se si applicasse questo criterio di confronto, con i maschi solitamente allattati per più tempo delle femmine, e popolazioni di corporatura grossa che allattano più a lungo di popoli con corporatura piccola.

     

    3) Fine dell'allattamento secondo la misura corporea adulta.

    Harvey e Clutton-Brock (1985) hanno pubblicato uno studio dei diversi fattori variabili collegati alle condizioni di vita, compresa una formula per il calcolo dell’età della fine dell'allattamento, basata sul peso corporeo medio della femmina adulta. Quest’equazione pronostica un’età della fine dell'allattamento, negli umani, che varia dai 2.8 ai 3.7 anni, a seconda del peso medio corporeo della femmina adulta, con tempi più prolungati di allattamento per i popoli di corporatura grossa.

     

    4) Fine dell'allattamento secondo la durata del periodo gestazionale.

    Viene spesso riportato nella letteratura che, fra i mammiferi in generale, l’età in cui finisce l'allattamento è approssimativamente equivalente alla durata del periodo di gestazione (Lawrence 1989). Secondo questo criterio, ci si potrebbe aspettare che la fine dell'allattamento negli umani possa avvenire dopo soli nove mesi di allattamento. Questo rapporto uno-a-uno è però fortemente influenzato dalla dimensione adulta raggiunta dall'animale. Per molti primati di corporatura piccola, la durata dell’allattamento è inferiore al periodo della gestazione. Fra le specie di primati di corporatura grossa, la durata del periodo di allattamento supera di molto la durata media del periodo di gestazione. Per i parenti più stretti degli umani, cioè lo scimpanzée il gorilla, la durata del periodo di allattamento supera di più di sei volte quello gestazionale. Gli umani sono fra i primati più grandi, e hanno più del 98% del loro materiale genetico in comune con i gorilla e gli scimpanzé. Basandoci su questi confronti, una stima per l’età naturale della fine dell'allattamento negli umani sarebbe un minimo di sei volte la durata della gestazione, o 4.5 anni.

     

    5) Fine dell'allattamento secondo l’eruzione dentaria.

    Secondo la ricerca di Smith (1991), molti primati smettono di allattare i loro piccoli quando stanno mettendo i primi molari permanenti. L’eruzione dei primi molari permanenti avviene intorno ai 5.5 o 6.0 anni negli umani moderni. È interessante notare che il raggiungimento della competenza immunologica adulta avviene anch’esso intorno ai sei anni, suggerendo che, in tutto il nostro passato evoluzionistico recente, le immunità attive fornite dal latte materno fossero normalmente disponibili al bambino fino a circa quest’età (Fredrickson).

     

    Il nostro passato evoluzionistico ha prodotto un organismo che fa affidamento sull’allattamento materno per assicurare il supporto per lo sviluppo fisico, cognitivo ed emotivo. I dati provienenti da primati non umani suggeriscono che i bambini umani siano stati progettati per ricevere tutti i benefici del latte materno per un minimo assoluto di due anni e mezzo, e un limite massimo apparente di circa sette anni.La selezione naturale ha favorito quei neonati con una forte predisposizione genetica ad aspettarsi che l’allattamento continuasse per diversi anni dopo la nascita; il risultato è uno stimolo di suzione che rimane forte per tutto questo periodo.

     

    Oggi molte società sono in grado di venire incontro ai bisogni nutritivi del bambino con cibi adulti modificati. Le società industrializzate occidentali possono compensare alcuni (ma non tutti) vantaggi immunologici dell’allattamento con antibiotici, vaccini e buon supporto sanitario. Ma i bisogni fisici, cognitivi e emotivi del bambino persistono. Dovrebbe essere portato alla conoscenza degli operatori sanitari, dei genitori e del pubblico in generale che un’età ragionevole e appropriata per la fine dell'allattamento negli esseri umani sarebbe fra i tre e i sette anni, non importa quanto insolito possa essere nel mondo occidentale allattare un bambino oltre i primi mesi.

    Molti spunti in proposito si trovano nel volume pubblicato da La Leche League Italia "Allatti Ancora?"

     

     

    Bibliografia
    Charnov, E.L. e D. Berrigan. Why do female primates have such long lifespans and so few babies? or Life in the slow lane. Evol Anthropol 1993; 1:191-94
    Fredrickson, D. University of Kansas, Intervista privata
    Harvey, P.H. e T.H. Clutton-Brock Life history variation in primates. Evolution 1985; 39:559-81
    Lawrence, R.A. Breastfeeding: A Guide for the Medical Profession, 3rd edition. St. Louis: Mosby, 1989.
    Lee, P.C., P. Majluf and I.J. Gordon. Growth, weaning and maternal investment from a comparative perspective. J. Zool Lond 1991; 225:99-114
    Smith, B.H, Age of weaning approximates age of emergence of the first permanent molar in nonhuman primates, abstracted. Phys Anthropol Suppl 1991; 12:163-64.

    Traduzione di Shera Lyn Parpia

  • Quando l’allattamento non è un piacere

    Dopo tutto il lavoro che si è fatto per avviare l’allattamento, ci si aspetta che l’esperienza diventi facile e piacevole. Tutti parlano dello splendido legame che si crea grazie all’allattamento e della meraviglia della carica di ossitocina. Ultimamente sono in aumento le opere d’arte e le fotografie di repertorio (decisamente molto studiate e in posa!) che vengono postate online e nelle quali si vedono madri radiose che allattano bambini soddisfatti.


    E se invece a te non piacesse? E se invece tu avessi una bambina o un bambino distratto e agitato al seno?

    E se invece tu ti sentissi a disagio ad allattare in pubblico? E ancora, se il tuo adorato bambino insistesse nel pizzicare e mordere a ogni poppata? O se, più semplicemente, allattare ti pesasse?

    NON TUTTI AMANO ALLATTARE E VA BENE così 6
    Generalmente, tutti questi sentimenti (e tanti altri) sono normali ed è raro trovare una mamma che si goda ogni singolo istante del proprio allattamento, breve o lungo che sia. La Leche League si occupa di allattamento, nelle sue molteplici sfaccettature, da
    come funziona un attacco senza dolore alla relazione tra la mamma e la sua bambina o il suo bambino che poppa, e siamo qui per celebrare i tuoi successi e anche per sostenerti quando l’allattamento si fa complicato.


    È importante ricordare che l’allattamento è uno scambio reciproco: è una relazione tra te e il tuo bambino o la tua bambina. Se per una delle due parti qualcosa non sta andando per il verso giusto, un cambiamento è più che legittimo.


    La società non è molto comprensiva nei confronti dell’allattamento, soprattutto quando la bambina o il bambino diventa grandicello. È fondamentale, quindi, sentirsi sostenute e sapere che ci sono molte altre mamme che hanno avuto esperienze simili alla propria. Tante mamme hanno trovato sostegno proprio grazie a LLL, sia agli incontri dal vivo che a quelli online, oltre che sui gruppi Facebook. Sapere di non essere sola e che passerà ha un valore incalcolabile.


    Cerca il gruppo LLL più vicino


    Man mano che la tua bambina o il tuo bambino cresce è assolutamente legittimo porre dei limiti e insegnargli un po’ di bon ton dell’allattamento. Molte mamme trovano che le collane da allattamento possano essere utili a evitare che i bambini giocherellino con i capezzoli. L’allattamento è molto più che nutrimento: è una connessione emotiva e un modo per essere madre. Ha un valore inestimabile per una bambina o un bambino di 2-3 anni che sta acquisendo nuove competenze e che va alla scoperta del mondo. Per la mamma, però, un bambino di 18 mesi che chiede di poppare più spesso di un neonato può essere davvero stancante. Porre dei limiti e prendersi cura di sé, così come il sostegno e la comprensione altrui, possono aiutare ogni mamma a trovare il proprio equilibrio e proseguire l'allattamento in modo positivo per la diade.


    Tante mamme hanno scoperto di provare un'avversione all’allattamento (in inglese “nursing aversion”) a causa dei cambiamenti ormonali. Alcune donne fanno particolarmente fatica durante l’ovulazione o durante i giorni del ciclo. Per altre, invece, la nursing aversion può essere uno dei primi sintomi di una nuova gravidanza. Per molte mamme, allattare in gravidanza è dura, a volte doloroso. Alcune delle strategie pratiche che le mamme hanno trovato utili includono il limitare la durata delle poppate (ad esempio contando fino a dieci, oppure cantando una canzone ecc) e utilizzare delle distrazioni per ridurne il numero. Anche mantenersi ben idratate e riposate può essere d’aiuto. 

    Alcune mamme si troveranno ad allattare due bambini: quello "grande” e il neonato. Nonostante ci siano molti vantaggi nell’allattare in tandem, alcune preferiranno non allattarli contemporaneamente, perché potrebbe risultare troppo. E, lo ripetiamo, va benissimo così: LLL è qui per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi di allattamento e trovare l’equilibrio che funziona meglio per la tua famiglia.

     

    Se stai allattando in gravidanza o in tandem puoi leggere qui.

     

    Depressione o altre emozioni negative durante la calata del latte (D-MER)
    Se è piuttosto comune non godersi ogni singolo istante di allattamento o sviluppare l'avversione all'allattamento, un piccolo numero di donne sperimenta emozioni negative estremamente più forti quando allattano. Questa condizione si chiama riflesso disforico di emissione del latte, o D-MER. Secondo quanto si può leggere su D-MER.org, “il riflesso disforico di emissione del latte è una condizione che interessa alcune donne in allattamento e che è caratterizzata da una acuta disforia o da emozioni fortemente negative che si manifestano subito prima della calata del latte durante la poppata e che si protrae per non più di alcuni minuti”. Si tratta di una risposta fisiologica (e non psicologica) che sembra essere correlata alla brusca diminuzione della dopamina nel cervello prima della calata del latte. Le madri che ne soffrono possono provare sentimenti depressivi, ansia, forte nostalgia, agitazione o rabbia subito prima che il latte inizi a fluire cioè quando si innesca il riflesso di emissione.
    Si tratta di una condizione rara, ma è estremamente angosciante per le madri. Se sospetti che possa essere il tuo caso, contatta la
    Consulente LLL più vicina a te, che può fornirti sostegno anche su questo.


    Qui di seguito troverai alcune risorse e informazioni aggiuntive:
    La Gazzetta della Prolattina - La Gazzetta n. 1 - Il riflesso disforico di emissione (D-MER) -
    https://www.lagazzettadellaprolattina.it/
    D-MER.org è un sito dedicato alle informazioni sul riflesso disforico di emissione del latte
    Dysphoric Milk Ejection Reflex (D-MER) è il sito della Australian Breastfeeding Association.
    Heise AM, Wiessinger D. Dysphoric milk ejection reflex: A case report. Int Breastfeed J. 2011 Jun 6;6(1):6.
    Cox S. A case of dysphoric milk ejection reflex (D-MER). Breastfeed Rev. 2010 Mar;18(1):16-8.
    What is D-MER?, da Breastfeeding Today, pubblicazione LLLI
    Altre risorse sulla breastfeeding aversion che possono esserti utili:

    When Breastfeeding Sucks Zainab Yate 2020, disponibile sul bookshop di LLLGB Bookshop
    Breastfeeding Aversion
    Negative Feelings: D-MER and Aversion


    Scritto da Rae Lowe per LLLGB, 2017

     

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.