Immagina di essere nel terzo trimestre di gravidanza e di essere spesso affamata o sonnolenta. È sera, non è ancora ora di andare a letto ma hai sonno, ti corichi presto. E poi non riesci a dormire. Cambi posizione, sposti cuscino e coperte, conti le pecore e provi a meditare, e poi guardi un film o leggi fino a quando non ti addormenti. Verso le 3 del mattino, o forse le 4, ti svegli, affamata. Hai dimenticato di mettere uno spuntino vicino al letto, così ti alzi, vai in bagno e poi prendi qualcosa da mangiare. Fortunatamente ti svegli solo una volta quella notte; la sera prima hai fatto tre viaggi in bagno.
In altre parole, sei andata a letto perché eri stanca, non per seguire l’orario di qualcun altro. Quando non riuscivi a dormire, hai scelto diverse tecniche “auto-calmanti”, ognuna delle quali richiedeva un processo di riflessione per la risoluzione del problema. Hai cambiato posizione quando volevi, hai mangiato quando volevi e ti sei svegliata in momenti diversi rispetto alla sera prima.
Anche un neonato potrebbe dover fare ognuna di queste cose, ma solo con il supporto di un sistema attento e reattivo potrebbe farlo, e di solito questo suo “sistema” è la sua mamma. La mamma ha braccia sicure che aiutano a cambiare posizione. Offre calore, conforto ed ha una voce rassicurante. Ha un seno morbido che offre nutrimento, sicurezza ed ormoni che incoraggiano il sonno ed ha un cervello adulto che risolve i problemi. Quando il bambino si sveglia durante la notte, la risoluzione del “problema” potrebbe essere molto semplice per la mamma: Seno? No. Posizione? No. Pannolino? No. Prova di nuovo il seno? Sì.
Togliendo quel sistema di supporto reattivo e risolutivo il risultato sarà un bambino totalmente indifeso.
Dati i rischi che comportano, i programmi di addestramento al sonno infantile che coinvolgano una stanza separata o il trascurare deliberatamente il pianto, non sono una scelta responsabile. E decenni di ricerche hanno dimostrato che, contrariamente a quanto si dice in giro, essere sensibili ai bisogni del bambino fornisce una base sicura per il benessere futuro di tutti.
Tu conosci la tua famiglia meglio di chiunque, naturalmente, e creerai il vostro percorso unico mentre cammini. Ma a prescindere da ciò che una famiglia decide in merito all’accudimento notturno, è necessario includere un programma di sicurezza di base per ogni neonato:
- • fornire una superficie sicura per il bambino nella stanza della madre,
- • tenere il bambino a portata di mano nella stessa stanza durante la notte per almeno i primi sei mesi, preferibilmente per un anno, e
- • rendere il letto dei genitori il più sicuro possibile nel caso in cui si addormentasse durante le poppate.
Una volta che avrai affinato le prime strategie di maternato (e abbiamo tutti bisogno di un certo tempo), probabilmente guarderai all’infanzia come uno dei momenti di gloria della maternità. Niente da insegnare, niente da regolamentare. Insistere sui compiti prima di cena? Anni di distanza. Mettere in chiaro che la coda del gatto non si tocca? Nessun problema. Tutto quello che il tuo bambino deve fare è crescere e avere fiducia. E tutto ciò che devi fare è nutrirlo ed essere affidabile. Organizza le tue notti in modo che soddisfino abbastanza bene le esigenze di tutti, richiedi aiuto quando ne hai bisogno.
Ma soprattutto ricorda che tu e il tuo bambino siete dalla stessa parte in questa relazione.
Godetevi l’un l’altra!
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Per maggiori informazioni sul sonno infantile, vedi Sogni d’Oro: strategie per il sonno della famiglia con un bambino allattato, edito da La Leche League Italia, 2019. Immergiti nella sua lettura dove preferisci; dà informazioni sulla fisiologia del sonno a tutte le età, dettagli su come rendere sicuri i sonnellini, la scienza che supporta queste informazioni, come soddisfare i propri bisogni di sonno, quelli del partner, l’addestramento al sonno, parlare con il proprio medico e molto di più.
Per sostegno sull’allattamento, trovi qui una Consulente de La Leche League.