Sono due. DUE!
Due fiocchi, due sdraiette, due culle, due nomi, DUE POPPE!Quindi: niente paura, siamo attrezzati e ce la faremo.
Primo passo: prepararsi
Ero determinata ad allattare al seno il mio primogenito (singolo), e non ho considerato altre opzioni: così come per partorire la natura mi chiedeva di spingere e l’ho fatto, allo stesso modo per allattare, ho percorso l’unica strada che ho considerato. Le ragadi le ho curate, la montata lattea l’ho fatta sgorgare. Ed ha funzionato bene.
Ma questa volta erano due, ed il rischio di parto prematuro o di un soggiorno in TIN o di qualsiasi altra complicazione era più concreto, quindi mi sono informata. Da un lato ho cercato una farmacia a cui ordinare, in caso di necessità, il particolare biberon “pro poppa” che avevo individuato, (La Leche League non sostiene né suggerisce alcun tipo di biberon, purtroppo un biberon “pro poppa” - come scrive l’autrice - non è ancora stato inventato; nel caso ci sia bisogno di dare un’aggiunta di latte, sia materno, sia formulato, meglio utilizzare altri strumenti – cucchiaino, siringa, siringa con l’aggiunta di tubicino, DAS…che non rischiano di confondere la suzione ndr) dall’altro ho letto (evviva internet) decine e decine di contributi di mamme di gemelli che hanno allattato al seno o riconvertito al seno i loro piccoli. In questo modo mi sono informata sulle posizioni possibili e soprattutto ho rafforzato la mia determinazione, per essere sicura di non cedere al biberon alle prime eventuali difficoltà.Ed ha funzionato bene.
Secondo passo: la nascita
E’ cosa nota: un parto bello e sereno si conclude con un abbraccio e una ciucciatina, possibilmente prima ancora del bagnetto. Nel mio caso è stato possibile solo con Caterina, perché Benedetto era un po’ in difficoltà. Nei giorni successivi al parto ho attaccato entrambi i bambini al seno ad ogni risveglio, anche ogni ora. Non avevo abbastanza latte da far loro prendere sonno e riposare bene, nonostante ci provassi. Una sera non ho mollato la presa per 5 ore, nella nursery, con le due cullette, passando da uno all’altro continuamente per cercare di riempirli e farli addormentare, fino ad arrendermi verso le due, quando non riuscivo più a reggermi in piedi. Ma il quarto giorno, puntuale, è arrivata la montata lattea.
Terzo passo: la montata lattea
Il consiglio più prezioso ricevuto al mio primo puerperio: niente tiralatte ma pezze bollenti o doccia bollente sul seno per sgorgarlo. L’ho fatto anche in ospedale, cinque minuti di acqua bollente e poi attaccavo Caterina, che era più in forze. Una nottata di lavoro, ma sapevo cosa fare, era il mio momento, guidavo io, ed a prendere l’aggiunta non li ho più portati. Dopo che Caterina stappava la poppa, ciucciava bene anche Benedetto; le pesate mi hanno dato ragione: hanno continuato a crescere, siamo tornati a casa felici, senza bisogno di niente, né biberon, né ciuccio, né camomilla, né tiralatte.
A regime: le posizioni
Le poppate in tandem, con il cuscinone da allattamento, in posizione a pallone da rugby, sono una risorsa irrinunciabile: la mamma può stare seduta abbastanza comodamente (più è comoda, più è contenta, meglio sgorga il latte) e soprattutto i bambini possono poppare contemporaneamente, cosa che ai miei è accaduta per la maggior parte delle volte, nonostante li abbia allattati assolutamente a richiesta.
Pratica per la mamma che si trova sola in casa e deve attaccarli entrambi è anche la posizione con un bambino messo in modo classico (per esempio la testa davanti alla poppa sinistra e gambe verso la destra della mamma) e l’altro a pallone da rugby; per questa si può anche fare a meno del cuscinone, specialmente quando i bimbi hanno già qualche mese.
Di notte ho sempre cercato e cerco tutt’ora di allattare da sdraiata, per sonnecchiare a mia volta: questi sono stati gli unici momenti in cui, a meno di gravi crisi di pianto, li ho allattati singolarmente, chiedendo l’aiuto del papà per intrattenere quello dei due che era in attesa.
A un anno e mezzo: allattare due bimbi grandi
Ora le poppate dei piccoli si inseriscono in una giornata di attività e pasti del tutto normali: una al mattino, se possibile una come seconda merenda appena tornati a casa e, sempre se possibile, un piccolo dessert dopo cena.
La nota dolente sono i risvegli notturni: uno o due se non ci sono fastidi o problemi particolari. A questo ero pronta e so che sta a me decidere quando interrompere l’allattamento e cercare di approdare a notti di sonno ininterrotto.
E per il resto…
Ho accettato ogni aiuto, quando voglio stare sola con i piccoli lo dico cercando di essere gentile, se non è possibile cerco di ammetterlo, perché le pretese esagerate rovinano l’umore, ma soprattutto, cerco di godermi al massimo la gioia di avere questi bambini, di considerare questo momento favoloso della mia vita anche rispetto al futuro anteriore, quando per tanti anni non avrò niente di così bello attorno, e cerco di condividere questa grazia grandiosa: bambini che trotterellano e inciampano, che imparano a mangiare ed a parlare, che dormono nella fiducia più completa, che si svegliano ridendo, interessati a tutto, dominati dalla fiducia in noi, prepotenti perché devono imparare, istintivi perché devono sopravvivere, parolette e versi buffi, sorrisi dolcissimi. Sono sicura che su questa base sia più facile andare d’accordo, sopportare il disordine e perdonare le eventuali invadenze.