Di Selene Mize, Nuova Zelanda, tratto da New Beginnings, Gennaio- Febbraio 1995
Poche prove sono così dure per i neo-genitori quanto quella di essere svegliati ogni mezz’ora durante la notte da un bimbo che, alla fine, si addormenta profondamente (o, almeno, con interruzioni minime) a partire dalle 5-6 di mattina fino a mezzogiorno.
Mia figlia Rachel cominciò con quest’andazzo dal secondo giorno di vita e lo mantenne solidamente. Durante il soggiorno in ospedale, gli orari che ci imponevano mi impedivano di dormire la mattina, quando dormiva lei. Una volta a casa, ho potuto avere orari più flessibili, ma mia madre era appena venuta dagli Stati Uniti a trovarci, e mio marito era in "permesso per paternità".
Io avrei voluto essere sveglia durante il giorno per passarlo con loro, ma finii per esaurirmi incredibilmente! Consultai libri sull’essere genitori di notte, ma non vi trovai un grande aiuto. Adesso, però, dopo anni di esperienze e altre letture, sono in grado di dare qualche consiglio ai genitori che si trovano in condizioni simili alle nostre.
La prima domanda da porsi è se il problema esista davvero. I genitori alle prime armi che ascoltano gli amici o i famigliari o che consultano manuali su come tirare su i propri figli, spesso credono che i bambini debbano dormire continuamente nelle prime settimane, svegliandosi dopo le 8 di sera solo per mangiare. Evidentemente, però, i neonati non leggono gli stessi manuali né sentono le stesse storie. Loro preferiscono andare a letto a mezzanotte... e non alle sette come vorrebbero molti genitori.
Inoltre, i bambini sono molto diversi gli uni dagli altri. Ad un mese d’età, alcuni bebé dormono per ben 19 ore al giorno, altri solo 12. Se il problema sorge perché si hanno aspettative non realistiche, allora, bisogna ridimensionarle. Accettare di buon grado la situazione è la soluzione migliore.
Il vero problema esiste solo quando il bambino ha bisogno di continue attenzioni durante il normale periodo di sonno della madre (per continue attenzioni s’intende più dell’allattamento al seno frequente, di un occasionale cambio di pannolino e un po’ di coccole tranquille). Un bebé sveglio può non richiedere molte attenzioni se si trova in un posto sicuro e interessante (per esempio a letto, tra i genitori addormentati, con una lucina accesa e qualche peluche o un giochino appeso al soffitto). Finché il bambino è al sicuro e felice, i genitori non hanno motivo di rimanere svegli.
Nel caso in cui il bambino abbia davvero bisogno di attenzioni continue, può essere più facile che la madre cambi i suoi orari di sonno piuttosto che provare a cambiare quelli del figlio. Se è figlio unico, la madre può staccare il telefono e non rispondere alla porta per dormire beatamente fino a mezzogiorno o comunque fino a che il bambino non si sveglia. E' più semplice di quanto non sembri, bisogna solo cambiare modo di pensare alle "normali" ore di sonno.
A volte, però, non si può cambiare l’orario del sonno. Per esempio, un fratello più grande che si alza alle 6 emezza tutti i giorni renderà difficile per la mamma un sonno prolungato la mattina. Oppure per una mamma che debba rientrare al lavoro prima che il bimbo si sia abituato a dormire meglio, sarà impossibile fare un pisolino mattutino.
Il passo seguente è quello di considerare ogni motivo possibile del perchè il bimbo abbia adottato un certo orario. La mamma beve forse troppo caffè, té, coca cola, o prende troppa cioccolata o altre sostanze contenenti caffeina? Sono tutti stimolanti che passano nel latte. Il modo più facile per verificare se la caffeina dà noia al bambino è quello di diminuirne il consumo (o, meglio, di evitarla del tutto) per qualche giorno e osservare se ci sono cambiamenti. Se questa è la causa del problema può non essere necessario astenersi totalmente; potrebbe essere sufficiente evitarla nel pomeriggio. Anche gli orari dei genitori possono essere la causa degli orari sballati dei figli: i bimbi imparano rapidamente a regolare la propria giornata con quella dei propri cari. Se la madre è assente durante parte del giorno, o presente ma occupata in altre cose (come preparare gli altri figli per la scuola), il bambino può decidere che questi siano eccellenti occasioni per un sonnellino. Si può quindi cambiare la situazione prestandogli attenzioni più mirate durante il giorno.
Anche le allergie ai cibi possono essere causa di problemi di sonno. Rachel ebbe crisi di coliche per sette mesi. Queste furono infine attribuite alla sua sensibilità a cibi che mangiavo io e che passavano nel latte. Molti neonati soffrono maggiormente di coliche la sera, mentre il mattino è il loro periodo migliore, e questo forse perchè la notte la madre non mangia. Anche la nostra seconda bimba, Helen, ha sofferto di allergie gravi al cibo, ma eravamo già più informati, così fummo capaci di trattare le sue coliche poco dopo la loro comparsa. Entrambe avevano la tendenza a preferire le dormite mattutine. Se si prospetta qualche allergia da alimenti, potrebbe essere utile contattare la propria Consulente de La Leche League per informazioni utili sull’eliminazione di alcuni comuni allergeni dalla propria dieta. Integratori come vitamine o fluoro o ferro possono anch’essi interferire con il sonno del neonato.
Un’altra possibile causa da considerare è la stimolazione eccessiva. Alcuni bambini sensibili riescono ad isolarsi da un ambiente troppo rumoroso e turbolento dormendo. Altri no. Se si tratta di questo, bisogna creare un ambiente tranquillo per il bimbo durante il giorno. Un genitore che permette al figlio di dormire tutto il giorno non può certo pretendere che questi dorma anche di notte!
Se non si trova la causa, si può provare, dolcemente, a cambiare il modo in cui il bambino vive la propria giornata. L’approccio di base è quello di distinguere chiaramente tra giorno e notte, di rendere il giorno più interessante possibile e la notte più tranquilla e rilassante possibile. A questo scopo, i genitori possono avere bisogno di enfatizzare il loro normale comportamento alterando l’abbigliamento, il luogo dove si dorme, l’illuminazione e il livello di rumorosità. Di notte, per esempio, il bambino deve essere in pigiama e allattato da sdraiato in una stanza buia o con poca luce (chiudete le finestre prima, quando le giornate sono più lunghe). Assicuratevi che il bebé non sia vestito troppo e che la stanza non sia surriscaldata. Uno studio ha rivelato che i bimbi che disturbano i genitori di notte sono molto più vestiti del necessario e in camere troppo calde. Questo suggerisce che una temperatura del corpo sopra la norma possa condurre all’ insonnia. Durante il giorno, il bambino potrebbe per esempio indossare invece tutine ed essere allattato su una sedia in una stanza luminosa e non silenziosa.
Il comportamento dei genitori è comunque un fattore più importante di quello puramente fisico. Durante il giorno i genitori dovrebbero parlare direttamente al piccolo e giocare con lui. Di notte sarebbe meglio cantare ninne nanne e coccolarlo teneramente invece di guardarlo, di chiaccherarci, o giocarci. (A volte è difficile mantenere questi propositi: Helen infatti sorrise per la prima volta nel mezzo della notte, così svanì la mia determinazione a tenere dei toni bassi.)
I libri che riguardano l’essere genitori di notte danno spesso consigli utili per far dormire il bebè, come quello di stabilire e seguire un orario fisso per andare a dormire. Questo spesso non dà un grande risultato, se non quello di far sentire i genitori inadeguati. Oppure può produrre dei risultati nell'immediato ma a scapito della serenità della famiglia.
L’obiettivo durante il giorno è di stimolare il bambino in modo che sia lui a non voler dormire, piuttosto che provare a forzarlo per farlo stare sveglio. Possono scoraggiare il sonno, oltre il gioco o l’aver l’aria sul viso, anche poppate frequenti e un bagnetto. Tine Thevenin suggerisce nel suo libro “The Family Bed” (“Il lettone di famiglia”) che portare molto in giro il bimbo durante il giorno lo stimola e lo tiene sveglio. Questa tattica funziona per alcuni, ma altri invece si addormentano proprio a fare così! (Se è così ricordatevene: può servire per farli dormire durante la notte.) I bambini sono molto diversi fra loro, quindi le strategie vanno adottate a misura per ognuno di essi.
Se però il bambino vi pare sconvolto proprio dai tentativi di cambiare il suo orario di sonno, bisogna allora rivedere il nostro desiderio di farlo. La maggioranza dei bambini si stabilizza quando arriva ai tre mesi, a dispetto di quello che i genitori fanno o non fanno. La cosa più importante è accettarli per quello che sono. Può aiutare il fatto di ricordare che un gran numero di adulti amano rimanere svegli di notte e restare a dormire di più il giorno dopo: perché allora i bambini dovrebbero essere diversi?
Bibliografia:
LLLInt, Sogni d'oro, trad italiana LLLItalia 2019
Thevenin, Tine, The Family Bed: An age-old concept in child rearing (Il lettone di famiglia - un antico metodo per allevare i figli). 2a edizione. Avery Publishing Group, Wayne, NJ USA 1977.
Wailoo, MP e altri, Disturbed nights and 3-4 month old infants: The effects of feeding and thermal environment (Notti agitate e bambini di 3-4-mesi: gli effetti dell’alimentazione e dell'ambiente termico), Arch Dis Child 1990; 65
Traduzione di Michela Bertonati