• I farmaci assunti per malattie croniche possono avere effetti a lungo termine sul bambino allattato?

    Le donne che hanno una malattia cronica (per esempio diabete, lupus, artrite, epilessia o patologie tiroidee) possono aver bisogno di prendere farmaci per tutto il tempo in cui allattano i loro bambini.

    È quasi sempre possibile trovare medicinali compatibili con l’allattamento. In genere le donne che si trovano in questa situazione sono abituate a lavorare con gli operatori sanitari nella gestione della loro malattia, specialmente durante la gravidanza; se la madre chiarisce ai propri medici curanti che l’allattamento per lei è importante, potranno lavorare insieme per trovare soluzioni ad ogni problema relativo a farmaci e allattamento.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Che cosa posso dire al medico affinché capisca che per me è importante allattare e vale qualunque impegno?

    Intanto gli puoi dire proprio questo: che per te allattare è importante. Dare un biberon di formula al bambino non è la stessa cosa che allattarlo. Se il medico non ha un’ampia esperienza clinica di donne che allattano, o almeno un’esperienza personale di allattamento, potrebbe non capire fino in fondo che la questione va oltre il semplice “riempire il pancino” al bambino. Molti medici, se pur consapevoli dei benefici nutrizionali ed immunologici del latte materno, non sanno che interrompere l’allattamento inciderà sul benessere psicofisico della madre - oltre che su quello del bambino; molti non sanno nemmeno che riportare il bambino al seno dopo svariati giorni di biberon potrebbe essere realmente difficile.

    Inoltre somministrare della formula non è esente da rischi. Certo, molti bambini stanno bene con la formula artificiale (“Siamo cresciuti tutti col biberon!” Alzi la mano chi non si è mai sentita dire questa frase!), ma questo è solo un esempio della capacità umana di adattarsi a circostanze che non sono ideali: sappiamo che con la formula artificiale ci sono più rischi di infezioni all’orecchio, più patologie gastrointestinali, maggior rischio di allergie, SIDS, leucemia infantile, diabete giovanile ed altri problemi di salute della donna compreso maggior rischio di carcinoma mammario e osteoporosi.

    È doveroso che un medico rispetti i sentimenti e le preoccupazioni di una madre riguardo l’allattamento. Quando la madre ed il medico non sono d’accordo, è importante lasciare aperta la comunicazione e provare a separare i sentimenti dai fatti. La Leche League sostiene le mamme aiutandole a lavorare con il medico, fornendo suggerimenti e incoraggiandole ad essere sincere su quello che stanno facendo, in modo che egli possa avere un quadro completo.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Come far capire al mio medico che voglio continuare ad allattare?

    Quasi tutte le madri e gli operatori sanitari sanno che i farmaci assunti dalla madre che allatta possono passare nel latte; così, quando un medico scrive qualcosa su un ricettario e lo mette in mano alla madre, non c’è da stupirsi se poi talvolta dice alla mamma di interrompere l’allattamento. Ma in questo modo nessuno ci guadagna: l’interruzione improvvisa espone a stress emozionali e rischi significativi per la salute tanto la madre quanto suo figlio.

    Se la conversazione tra la donna e il medico finisce qui, i problemi verranno dopo; invece la mamma che si trova in questa situazione ha bisogno di cominciare a far domande e intraprendere una discussione prolungata, riguardo alla cura della sua salute, della quale ella sia parte attiva. È vero: non è facile discutere la prescrizione del medico, specialmente se sei malata e preoccupata della tua salute; ma ci sono buoni motivi per parlare con lui delle possibili alternative al termine o all’interruzione dell’allattamento, anche di quello temporaneo.

    Questi suggerimenti possono sempre tornare utili ad altre mamme, ed anche all’operatore stesso se la mamma condivide con lui informazioni, dubbi e perplessità.
    Puoi leggere anche Che cosa posso dire al medico affinché capisca che per me è importante allattare e vale ogni impegno?

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  • Cosa può avere provocato un dotto ostruito, un ingorgo o una mastite?

    Il più delle volte la causa è riconducibile a poppate troppo distanziate o troppo brevi, a intervalli di tempo lunghi tra una poppata e l’altra, e quindi a una rimozione del latte inadeguata rispetto alla velocità con cui viene prodotto. Questo può avvenire ad esempio all’inizio dell’allattamento, dopo la montata lattea, quando il seno deve ancora calibrare la produzione di latte sui bisogni effettivi del bambino o quando vi siano interferenze che impediscono al bambino di attaccarsi spesso al seno (ad esempio somministrazione di aggiunte, uso del succhiotto, allattamento a orari anziché a richiesta), o anche quando il bambino comincia a integrare le poppate di latte con altri tipi di alimenti o inizia a dormire più ore di fila la notte allungando i tempi tra una poppata e l’altra.

    Altre cause possono essere una posizione scorretta del bambino al seno, l’uso di reggiseni o altri indumenti troppo stretti, una compressione continua sullo stesso punto del seno con le dita, ad esempio mettendo le dita a “forbice” per sostenere il seno, o le spalline del marsupio/fascia portabebé o della tracolla della borsa. Anche la presenza di ragadi non curate può portare a infezioni e quindi a mastiti. In alcuni casi un’alimentazione non bilanciata, con eccessiva assunzione di grassi saturi, e troppo stress e attività stancanti possono portare ad avere dotti ostruiti, ingorghi o mastiti.

    La miglior cosa da fare, al comparire dei primi sintomi, è quella di sdraiarti a letto insieme al tuo bambino e riposare, lasciando libero accesso al seno al tuo piccolo, di modo che si attacchi di frequente e lo dreni bene.
    In tutti questi casi non è mai necessario sospendere l’allattamento, anzi l’attacco frequente del bambino ti aiuterà a risolvere in modo più celere il problema e a far passare il dolore. Nel caso tu debba assumere dei farmaci è possibile verificare che siano compatibili con l’allattamento.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Dottore, per cortesia, posso avere la sua attenzione?

    Si può provare a pensare a come avvicinarsi al medico in modo positivo e aperto. Ad esempio discutere con una Consulente de La Leche League delle preoccupazioni e fare delle prove, per poterle esprimere ad alta voce prima di parlare con il medico. O fare una lista delle domande e preoccupazioni. Oppure portare un famigliare o il partner che ti sostenga e possa rinforzare le tue parole, anche solo con la presenza. Chiedere al medico una spiegazione completa della prescrizione. Chiedendo per esempio: “Questa è la prassi che si applica sempre in casi come la mia situazione o è un consiglio specifico per me?”

    Anche parafrasare quello che il medico dice, ripetendo le sue affermazioni con parole proprie può evitare confusione (ad esempio "Vorrei capire meglio: mi sta dicendo che devo fare questa cura e che devo continuare per una settimana?"). È importante usare tatto e offrire rispetto ed aspettarsi la stessa cosa in cambio.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Dove posso trovare informazioni sulla compatibilità dei composti fitoterapici con l’allattamento?

    Le informazioni riguardo alcuni composti possono essere reperite tramite i siti:

    http://www.farmacovigilanza.org/fitovigilanza/

    http://www.e-lactancia.org(informazioni disponibili in spagnolo e inglese)

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Dove posso trovare informazioni sulla compatibilità dei farmaci con l’allattamento?

    In assenza di studi che dimostrino al di là di ogni dubbio che un certo medicinale è sicuro per la madre che allatta, la ditta farmaceutica consiglierà di non usarlo durante l’allattamento, anche quando le informazioni sul farmaco suggeriscono che ci siano pochi motivi per preoccuparsi.

    La Leche League ha raccolto le informazioni a carattere medico nei due volumi de “L’Allattamento al seno: il libro delle risposte” volumi 1 e 2 (purtroppo esaurito ma in possesso di molte Consulenti). La Leche League ha accesso ad altre fonti informative su farmaci e latte materno, con documentazioni che possono essere fornite al medico, fra cui il fondamentale Medications and Mother’s milk del dott. Thomas Hale. Anche la consultazione degli specialisti tossicologi dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (numero verde 800 88 33 00) può essere di grande aiuto.

    Esistono alcuni siti in lingua spagnola e inglese dedicati a queste problematiche, www.e-lactancia.org, realizzato dal reparto di pediatria dell’ospedale di Denia, Alicante, in Spagna e toxnet.nlm.nih.gov. Chi parla francese può consultare il sito de ”Le CRAT” www.lecrat.fr.

    Nel nostro sito, qui, abbiamo pubblicato le schede sulla compatibilità dei farmaci antiinfiammatori, redatte dal Centro Antiveleni del Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

     

    Le riviste mediche pubblicano continuamente nuove informazioni su come i farmaci passino (o non passino) nel latte. In quest’epoca di internet e motori di ricerca, chiedere al medico di cercare qualche informazione in più su un farmaco non è poi chiedere molto. Reperire informazioni aggiuntive permette alla mamma di continuare ad allattare serenamente, o di sapere con precisione che, nella sua particolare situazione medica, l’interruzione dell’allattamento è veramente necessaria.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Ė possibile allattare dopo un tumore al seno? 

    Ė possibile allattare dopo un tumore al seno? 

    Le biopsie e la rimozione dei tumori toccano la ghiandola mammaria. Il problema principale che potrebbe presentarsi è l’isolamento di una parte della ghiandola mammaria che non riesce più a drenare efficacemente. In questo caso, noterai una stasi di latte localizzata, che potrà risolversi col tempo, così come potrà causare uno stato infiammatorio doloroso cronico. In quest’ultimo caso dovrai interrompere l’allattamento da quel seno, ma questo non significa non poter più allattare: se lo vorrai, potrai infatti continuare ad allattare dall’altro. 

    Una mamma che aveva subito una biopsia ha raccontato che allattava il suo bambino senza particolari problemi, ma sentiva dolore quando si tirava il latte. 

    Se sei stata operata per la rimozione di un tumore o per una biopsia, la cosa più semplice è iniziare ad allattare e vedere come va.

    Bisogna tenere sempre a mente che questo tipo di chirurgia coinvolge un solo seno, lasciando l’altro integro e quindi perfettamente funzionante. Questo vale anche nel caso in cui tu abbia subito una mastectomia a seguito di un tumore o di un incidente. 

     

    Ė sicuro allattare dopo un tumore al seno? 

    Molte mamme raccontano di aver allattato dopo un intervento chirurgico e terapia radiante per cancro al seno. Alcune hanno prodotto poco latte dal seno trattato ed è capitato che il bambino rifiutasse di poppare a quel seno, mentre altre (coloro per le quali la dose di radiazioni è stata più bassa), hanno avuto una produzione pressoché normale dal seno trattato.  

    Se hai avuto un tumore al seno, forse ti stai chiedendo se allattare sia una scelta sicura per il tuo bambino.

    Gli studi evidenziano che non c’è alcun rischio. Tuttavia, sarà necessario tenere monitorata con particolare attenzione la crescita del tuo bambino. La produzione di latte potrebbe essere sufficiente durante le prime settimane e non esserlo in seguito quando le richieste del bambino aumentano. 

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando il n. 8 de “La Gazzetta della Prolattina” nel sito www.lagazzettadellaprolattina.it.

  • È vero che non posso prendere alcun farmaco?

    Al giorno d’oggi ci sono pochissimi farmaci pericolosi per l’allattamento. Questa certezza può essere il motivo più convincente per chiedere al medico di rivalutare se l’interruzione dell’allattamento sia veramente necessaria quando occorre assumere un farmaco.

    Se devi per forza prendere un principio terapeutico sicuramente pericoloso per il bambino, allora dovrai interrompere l’allattamento; ma spesso, quando la madre e il medico ricercano ulteriori informazioni, scoprono che ci sono poche ragioni per preoccuparsi riguardo ad un particolare farmaco, oppure che ci sono terapie alternative per trattare la patologia materna.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Farmaci

    Si può fare Farmaci“Se hai una nevralgia, un dolore o un mal di gola non puoi prendere farmaci!”

    È FALSO!

     

    Nella maggior parte dei foglietti illustrativi dei medicinali si legge che il farmaco non può essere assunto in gravidanza e in allattamento. In gravidanza è molto più probabile che un farmaco passi al bambino in quantità maggiori rispetto a quanto succede in allattamento. Questo avviene perché in gravidanza il principio attivo arriva direttamente al bambino attraverso la placenta, mentre il passaggio attraverso il latte materno è più complesso.

     

    Il dott. Thomas Hale (Texas Tech University School of Medicine), autore della più autorevole guida sulla compatibilità dei farmaci in allattamento, afferma che “la maggior parte dei farmaci non passa nel latte a livelli pericolosi per il bambino allattato”. Tuttavia, se hai la necessità di prendere un farmaco è sempre opportuno consultare un medico che può facilmente avvalersi di fonti basate su evidenze scientifiche consultando i siti e-lactancia.org, toxnet.nlm.nih.gov, lecrat.org o il manuale Medications and Mother’s milk del dott. Thomas Hale. Con il medico o tu stessa puoi contattare direttamente gli specialisti tossicologi dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (numero verde 800-883300) per farti prescrivere la terapia più adatta alla situazione.

     

    Bibliografia

    American Academy of Pediatrics Committee on Drugs,The transfer of drugs and other chemicals into human milk. Pediatrics2001;108(3):776-789.

    Hale TW, Rowe HE. Medications and Mothers’ Milk,17th edition. Springer Publishing Company, 2017.

    Ito S. Drug therapy for breast-feeding women. N Engl J MedJul 13, 2000;343(2):118-26. See particularly “IodineContaining Contrast Medium and Antiseptic Agents” on p. 123-124.

    Sachs HC; Committee On Drugs. The transfer of drugs and therapeutics into human breast milk: an update on selected topics.Pediatrics2013 Sep;132(3):e796-809. doi: 10.1542/peds.2013-1985. Epub 2013 Aug 26.

  • Quali fattori determinano se un farmaco avrà effetti sul bambino?

    La maggior parte dei farmaci presi dalla madre compare nel latte. La cosa importante non è questa, bensì quanto la sostanza venga assimilata dal bambino e quali effetti potrà avere.

    Vediamo cosa è utile:

    · I neonati e i prematuri hanno una minore capacità di metabolizzare i farmaci rispetto ai bambini più grandi. Un farmaco che può non andare bene da prescrivere alla madre di un neonato può essere dato senza timore alla madre di un bambino più grande.

    · La quantità di sostanza che il bambino assume dipende dalla quantità di latte che egli prende dal seno. Un bambino di sei mesi allattato in modo esclusivo prenderà un volume di latte maggiore di un lattante più piccolo, oppure di un bambino grandicello che poppa soprattutto per confortarsi.

    · Alcune sostanze rimangono più di altre in circolo nell’organismo materno. Per il metabolismo del bambino può essere più facile gestire i farmaci ad azione rapida piuttosto che quelli che vengono rilasciati nell’arco di 12 o 24 ore.

    Queste informazioni sono tecnicamente espresse dall’emivita (quanto tempo occorre affinché tale concentrazione si dimezzi) e dal picco plasmatico (dopo quanto tempo il farmaco raggiunge la massima concentrazione nel sangue).

    · Qualche volta per il medico è possibile calcolare l’emivita di quel farmaco, cioè il momento in cui la concentrazione della sostanza nel circolo sanguigno materno è al livello minimo, basandosi sul metabolismo del farmaco. A questo punto si possono regolare i tempi di somministrazione in modo che il bambino abbia l’esposizione minima a quella data sostanza. In ogni caso questa strategia non è pratica quando il bambino poppa spesso oppure ha ritmi di allattamento imprevedibili. Una situazione molto comune, in verità, ma questa può essere una strategia per mamme con bimbi con ritmi più cadenzati.

    · È vero che i farmaci nuovi promettono un’azione più rapida o meno effetti collaterali rispetto ai prodotti più vecchi, però possono essere carenti di informazioni su quali effetti abbiano sul lattante. Talvolta la madre e il medico possono decidere di usare un farmaco tradizionale, se è accertato che sia sicuro per il bambino.

    · A volte si può rimandare una terapia fino a quando il bambino non sarà più grande o non starà più poppando così spesso.

    · Il dottore che sta prescrivendo un medicinale alla madre dovrebbe consultarsi col pediatra, prima di suggerire la fine dell’allattamento. Rispetto ad altri specialisti, i pediatri spesso hanno più informazioni su come i farmaci passino nel latte. Quando la madre e il pediatra non sono sicuri sull’uso di un farmaco, in genere possono sorvegliare il bambino per vedere se ci siano effetti collaterali. In Italia inoltre è attivo il Centro Antiveleni Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che risponde al numero verde 800 88 33 00 ed è composto da uno staff di medici pronti a rispondere a medici, a operatori sanitari e a mamme a domande sulla compatibilità farmaco-gravidanza e farmaco-allattamento.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Se allatto posso scegliere di curarmi con terapie alternative?

    Sia nel caso in cui tu abbia optato per una terapia tradizionale sia che tu abbia scelto di seguire terapie alternative, è importante che l’analisi rischi-benefici sia attentamente valutata insieme a un esperto del settore. Infatti anche le sostanze di origine naturale possono avere effetti importanti sul lattante.

    Inoltre il panorama delle terapie alternative è vasto e variegato e questo non consente di poter fare facilmente considerazioni generali. Come gli operatori della medicina tradizionale, anche i professionisti in terapie alternative, seppur competenti nel proprio settore, non sempre sono altrettanto preparati riguardo l’allattamento.

    Spesso il passaggio dei composti fitoterapici nel latte materno è meno studiato e monitorato rispetto ai principi attivi dei farmaci tradizionali ed in alcuni casi è difficile monitorare la quantità di principio realmente assunto, la purezza dell’estratto e la presenza di eventuali contaminanti. Tuttavia è possibile cercare quante più informazioni possibile insieme al tuo medico, in modo da poter valutare quale sia la terapia più adatta a te.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     
  • Sono ammalata. Posso curarmi con farmaci e continuare ad allattare?

    Quando una mamma si ammala, che sia una semplice influenza o una situazione più grave, spesso questo evento viene associato all’eventualità di non poter più continuare ad allattare il proprio bambino, cosi l’ansia per la propria salute viene aggravata dal dubbio di dover smettere di allattare. Infatti ammalarsi non significa solo “avere una malattia”: motivi di preoccupazione possono essere il rischio di contagio, l’assunzione di farmaci, l’esigenza di vivere un’ospedalizzazione, la necessità di sottoporsi ad un intervento chirurgico o comunque terapie più o meno invasive, oppure tutte queste possibilità insieme.

    Le perplessità dunque aumentano perché per una mamma la salute ed il benessere del proprio figlio sono una priorità ed essa non desidera nuocergli assolutamente in alcun modo. Sapere che i farmaci pericolosi per l’allattamento sono effettivamente pochi e che quasi sempre è disponibile un’alternativa sicura, può già essere di incoraggiamento.

    È fondamentale informarsi, cercare sostegno, se necessario chiedere altri pareri medici, non aver timore di ribadire con garbo le proprie esigenze e di sottolineare quanto per se stesse sia importante l’allattamento.

    Collaborare con l’équipe medica è possibile: è basilare il rispetto reciproco e il dialogo con tanta pazienza, ma anche con altrettanta determinatezza.

    Per una mamma con problemi di salute continuare o iniziare ad allattare non è impossibile nella maggior parte dei casi: non è detto che la malattia sia un ostacolo, o perlomeno che sia l’ostacolo più importante, e spesso succede che anche gli altri problemi connessi si rivelino di facile risoluzione proprio grazie alle informazioni e ad un po’ di organizzazione. Durante l’allattamento dovresti sempre consultare il tuo medico prima di prendere qualsiasi medicinale, che sia un farmaco da banco oppure dietro ricetta medica. Quando un operatore sanitario prescrive un farmaco a una madre che allatta, questa dovrebbe ricordargli che sta dando il suo latte al bambino, e quindi bisogna accertarsi che la sostanza sia compatibile con la prosecuzione dell’allattamento.

    Quando nel corso dell’allattamento ti sorgono dubbi sulla sicurezza di un farmaco, continua a tenere informato il tuo medico, che deve sempre sapere quale trattamento stai effettuando e se stai allattando, persino se questo significa, per voi due, dover convenire che non siete d’accordo. Se ti rendi conto che non riesci a lavorare insieme al medico per risolvere il problema, puoi sempre decidere di cercare una seconda opinione presso un altro specialista.

    Specialmente durante i primi mesi di allattamento, madre e figlio sono una diade: quello che riguarda l’uno influirà anche sull’altro. Ecco perché per una mamma che allatta è importante prendersi cura di se stessa e fare attenzione a ciò che introduce nel suo organismo. Alcuni farmaci sono potenzialmente pericolosi per i bambini che poppano, perciò è meglio sentire il parere di un medico prima di prendere qualunque medicinale; però è altrettanto necessario che il tuo medico sappia che per te e per il tuo bambino è realmente importante continuare ad allattare.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Sto iniziando ad allattare ma sono in cura con degli antidepressivi. È vero che devo interrompere?

    Sempre più spesso i medici trattano la depressione post-partum con i farmaci, e se la madre deve prendere antidepressivi per molti mesi, giungono facilmente a consigliarle di interrompere l’allattamento. In tale situazione è importante procurarsi informazioni aggiuntive e soppesare molto attentamente rischi e benefici: per una madre che ha la sensazione di non star facendo niente “come si deve”, anche staccare il proprio bambino dal seno può avere un impatto emotivamente devastante. In alcuni casi, dopo aver accuratamente analizzato i dati sul medicinale, la madre, il padre e il pediatra possono decidere che i benefici legati all’assunzione del farmaco, sommati ai benefici dell’allattamento, prevalgono su qualunque rischio per il bambino; oppure possono decidere di trattare la depressione in modi alternativi che non richiedano farmaci.

    Per approfondimenti:

    Effetti di stress e depressione materna sull’allattamento: conoscenze attuali

    Allattamento materno e depressione post-partum: esiste un legame? 

     

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