Dopo le principali cose da fare può essere utile una o più di queste azioni:
- massaggia “a pressione” sul seno (non strofinare la cute ma premi con il palmo delle mani il seno verso il torace e in direzione dei linfonodi sotto l’ascella per drenare l’edema), e successivamente massaggia delicatamente procedendo a spirale dall’attaccatura verso il capezzolo, in modo da facilitare la fuoriuscita di latte. Vedi Che tipo di massaggio e trattamento posso effettuare sul seno ingorgato e/o con mastite?
- Prima di attaccare il bambino al seno: ammorbidisci l’areola affinché il bambino possa attaccarsi correttamente. Puoi esercitare una pressione con i polpastrelli delle dita posti a raggiera intorno al capezzolo, tenendo premuto per almeno 2 minuti e riposizionando le dita eventualmente per altri due minuti nelle zone ancora tese (vedi Come si effettua la pressione inversa?)
- Fai frequenti impacchi freddi della durata di una ventina di minuti nell’intervallo tra una poppata e l’altra per ridurre il gonfiore e l’infiammazione. Per gli impacchi freddi è possibile utilizzare i gel pack che si mettono in congelatore, oppure una busta di piselli congelati (prestando attenzione a posizionare un panno tra la busta e la pelle) ma anche un asciugamano bagnato d’acqua fredda o un pannolino inumidito, da far raffreddare più volte in frigorifero possono andar bene. Un’altra alternativa che molte mamme hanno trovato utile è l’applicazione di foglie di cavolo cappuccio (o verza) fredde che danno sollievo alla parte infiammata. Dopo aver lavato le foglie, tolto la nervatura centrale e averle spianate con il matterello, vanno applicate al seno fredde facendo attenzione che il capezzolo resti libero per non rischiare che abbia poi un sapore amaro per il bambino (le foglie possono essere conservate in frigorifero in attesa di essere usate). Dovranno essere sostituite appena avvizzite.
- Controlla che l’attacco del bambino al seno sia comodo e che la suzione sia efficace (vedi il Video che aiuta a capire meglio come attaccare il bambino al seno).
- Prova ad attaccare il bambino al seno in posizioni diverse da quella usata di solito come la posizione a “pallone da rugby” con il corpo del bambino di fianco a te, appoggiato sul tuo avambraccio mentre gli sostieni la testina con il palmo della mano e i piedi e le gambine rivolte all’insù, oppure la posizione “della lupa”, con il bambino appoggiato a pancia in su sul letto e la mamma che lo allatta facendogli arrivare il seno dall’alto (vedi faq posizioni in revisione);
- Poni attenzione al fatto che non ci sia nulla che possa stringere o fare pressione sul seno o su una parte di esso, come ad esempio reggiseni troppo stretti, fasce/marsupi porta bebé o borse con la tracolla indossate in modo tale da schiacciare il seno, posizioni in cui stai sdraiata o altro. Se stai usando le conchiglie raccogli-latte o dei proteggi-capezzoli, verifica che non premano sul seno, potrebbero essere la causa dell’ingorgo.
- Verifica che sul capezzolo non sia presente un puntino bianco (perla di latte) o una pellicina che ostruisce un dotto. In tal caso, puoi provare a sfregare il capezzolo con un asciugamano bagnato per cercare di togliere l’ostruzione. Se non funziona, puoi provare ad applicare un batuffolo di cotone imbevuto di olio d’oliva e lasciarlo appoggiato al capezzolo per più tempo possibile, e poi provare a spremere il seno o attaccare il bambino. In alternativa è possibile applicare una compressa imbevuta di aceto sul capezzolo (presta attenzione di appoggiare l’impacco solo sulla punta del capezzolo, non sull’areola!), mantenendo l’impacco per non più di 10 minuti (e poi sciacquando con acqua) oppure ancora immergere il capezzolo in una tazza con acqua e sale (2 cucchiaini di sale sciolti in una tazza di acqua) per qualche minuto 4 volte al giorno.
Facendo tutto questo il problema dovrebbe risolversi nell’arco di 24-48 ore. Nel frattempo, in caso di febbre e dolore consulta il medico per farti prescrivere un antinfiammatorio. E se la situazione al termine di questo arco di tempo non fosse decisamente migliorata, sarà opportuno valutare anche la terapia antibiotica, ovviamente sempre sotto stretto controllo medico e con un antibiotico compatibile con l’allattamento.
Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.