New Beginnings, la rivista bimestrale de La Leche League International, ha una rubrica chiamata "Toddler Tips" (consigli per i bambini più grandi), fatta con i suggerimenti dei lettori. Vi si riportano diverse esperienze, che possono anche non adattarsi allo stile di vita e alle abitudini proprio di tutte le famiglie. In ogni caso, le informazioni e i suggerimenti hanno carattere generale e non vogliono sostituirsi a consigli medici o professionali che in alcune circostanze possono essere necessari.

La domanda

Mia figlia ha appena compiuto tre anni e, nonostante mangi frutta e pochi altri tipi di cibo, si nutre frequentemente solo del mio latte per uno o due giorni interi. Io non ho problemi nel continuare ad allattarla al seno, ed anche se è di proporzioni minute e pesa poco più di undici chili, cresce bene, è vivace, e il pediatra conferma che è in salute. Anche suo fratello era piccolino alla stessa età, ma mangiava in modo più variato. Fino ad ora, ho sempre pensato che la bimba si regolasse da sé per le sue necessità alimentari, ma i continui commenti sulla sua taglia cominciano a minare questa mia sicurezza.
Cosa posso fare per aiutarla a imparare a gustare una più ampia varietà di cibi?

Le risposte e i consigli delle altre mamme

- Essendo mamma di tre bambini non molto entusiasti per il cibo, mi sono resa conto che i bambini mangiano quando hanno fame. Io non mi preoccuperei troppo, visto che, come dici, tua figlia è vivace e cresce bene. Offrendole un assortimento di cibi sani, le stai dando l’opportunità di sviluppare i propri gusti. Questo rappresenta un vero e proprio vantaggio, di questi tempi in cui grandi e piccoli soffrono di disordini alimentari.
I figli minori, generalmente, sono attirati dai cibi che piacciono ai loro fratelli. So che se mio figlio di due anni e mezzo vede quello di cinque anni mangiare della frutta o un dolcetto integrale li vuole anche lui. Mia figlia mangia volentieri i cibi ai quali ho dato nomi divertenti: l’uvetta è diventanta “l’apetta”, il melone è “il sapone”, il formaggino è “il formaggio del topino”.
Allattandola ancora al seno, puoi essere sicura che tua figlia prende ancora almeno un pasto al giorno di “cibo perfetto”. Quando ho espresso preoccupazione per l’alimentazione disordinata dei miei figli, mi è stato detto che eventuali carenze possono essere coperte da compresse polivitaminiche. (Sara)

- Posso davvero “mettermi nei tuoi panni”. Anche mia figlia, Heather, è una bimba minuta di tre anni, che pesa poco più di dodici chili. Una volta si è nutrita per tre settimane di fila di solo yogurt. Mi permetterei di consigliarti di tenere sempre a portata di mano e in abbondanza i cibi che piacciono a tua figlia e darglieli quando ha fame. Falla mangiare anche più volte durante la giornata, ma falla stare seduta a tavola con la famiglia al momento dei pasti. In queste occasioni, metti sul suo piatto un boccone o due di quello che servi a tavola, e chiedile di assaggiare uno dei cibi a disposizione, tutto lì. Credo che rimarrai stupita di quello che la bambina assaggerà. Mia figlia non ricorda i nomi dei cibi, cosicché se le chiedo se vuole una cosa mi dice di no, ma quando gliela faccio vedere mi dice: “Oh sì, questo mi piace!”.
Continua a provare... se questo mese una cosa non le piace non vuol dire che il prossimo non l’apprezzerà! Fatti guidare dal tuo istinto e non badare a quello che dicono gli altri. Non c’è niente di preoccupante nell’avere figli minuti. Se tua figlia è sana, felice e in costante crescita non ci sono problemi. (Laura)

- Mia figlia di tre anni non è costante nel mangiare. Comunque, mangia quasi tutto quello che le viene presentato con un po’ di fantasia. Metto i suoi cereali in contenitori interessanti, come una scatolina per le pillole o una a forma di cuore. Taglio le carote in “monete” e gliele faccio “spendere”. Uso piccoli biscotti come biglietti per poter correre intorno casa. È un espediente un po’ laborioso, ma divertente, e adoro vederla mangiare. Buona fortuna! (Kathleen)

- Anche mia figlia ha tre anni. Prende ancora il mio latte un paio di volte al giorno, e solitamente mangia bene: occasionalmente, comunque, attraversa delle “fasi” in cui sembra che non voglia mangiare nulla. Per questo, un’altra mamma mi ha proposto una semplice idea: invece di metterle il cibo in un piatto e di volerla seduta a tavola, puoi provare a metterle il mangiare in uno di quei piattini per bimbi divisi in piccoli settori (ci sono anche le antipastiere, o i piatti speciali per la fonduta). Ogni settore può contenere una porzioncina di cibo: metti il piatto su un ripiano basso o su una sedia in modo da renderglielo accessibile, e così la tua piccola può “svolazzarci” intorno, prenderne un pochino, e tornare a giocare. La mia sembra molto più interessata a questi piccoli snack (carotine, uvetta, ritz, fettine di mela, cubetti di formaggio) che non al solito piatto pieno di cibo. E se le porzioncine vengono messe in quei “cestini” di carta per dolcetti, non dovrai poi neanche lavare il piatto! (Luana)

- Mia figlia, Michaelle, ha compiuto tre anni questo mese e pesa poco più di dodici chili. Per il mio pediatra è tutto a posto, e, visto che anch’io sono piccola (50 Kg. per 1,55 m.), non pretendo che sia alta come alcuni dei suoi coetanei e che pesi come loro. All’età di 18 mesi, il suo peso era aumentato di un solo chilo nel giro di diversi mesi, l’allattavo spesso, e mostrava poco interesse verso i cibi solidi. Ho seguito le raccomandazioni del Dott. William Sears[1] sul tenere a disposizione per la bimba un assortimento di cibi da sgranocchiare, ma sentivo che non era sufficiente. Da una mia osservazione più attenta di Michaelle, ho scoperto tre fattori che sembrano avere influenza sul suo modo di mangiare.
Fino ai 21 mesi di età, Michaelle, figlia unica, aveva avuto poche occasioni di mangiare con altri bimbi, ma quando i suoi tre cuginetti (due di essi dotati di buon appetito) sono venuti a farci visita d’estate per diverse settimane, il suo appetito, prima inesistente, si è manifestato. Ha cominciato a chiedermi cibi che non avevo mai neanche pensato di offrirle. Forse aveva bisogno di più varietà, o forse solo di vedere altri bimbi mangiare con entusiasmo, per sentirsi incoraggiata.
Ho anche sorpreso me stessa nell’atto di offrirle il mio latte più del necessario, cosa per me più comoda, perché mi permetteva di non impegnarmi a cercare invece nuovi cibi per lei. Quando in casa c’erano altri bambini, questi mi hanno dato l’occasione di rendere disponibili altri tipi di spuntini, e Michaelle è divenuta più propensa a mangiare questi, piuttosto che ciucciare il mio latte.
Ho anche notato che Michaelle mangiava di più con sua nonna che con me o con mio marito. Mi sono allora resa conto che la nonna stava a tavola con lei per tutta la durata del pranzo, dandole un’attenzione quasi esclusiva, parlando del cibo o di qualcos’altro, e mantenendo in questo modo l’attenzione di Michaelle concentrata sul mangiare. A casa, invece, Michaelle riceveva molta meno attenzione durante le incombenze quotidiane, e succedeva anche che la bimba si ritrovasse al tavolo da sola perché, finito di mangiare, io mi alzavo subito per sparecchiare. Quando ho invece provato a mangiare più lentamente e a rimanere seduta con Michaelle dopo aver mangiato, anche lei ha cominciato a stare a tavola più volentieri.
Ancora una volta l’attenzione dei genitori per i loro figli ha dato i suoi risultati! Una situazione altrimenti preoccupante è stata eliminata osservando la mia bimba più da vicino, trascorrendo più tempo con lei e individuando i suoi bisogni personali. Tua figlia può anche non trarre vantaggio dai consigli che ho dato prima, ma beneficerà senz’altro delle tue attente osservazioni e valutazioni dei suoi bisogni, sia quando ti chiede il seno che quando mangia, da te che sei la persona che meglio la conosce al mondo. (Anna)

- Il mio primo figlio, che ora ha quattro anni e mezzo, è sempre stato riluttante a provare nuovi alimenti. Gli piace una quantità molto limitata di cibi, e quando lo allattavo mangiava pochissimi cibi solidi. L’ho svezzato a diciotto mesi quando ero di nuovo incinta, ma comunque non mangiava molto. Era piccolo, ma in buona salute, e in generale i medici erano soddisfatti della sua crescita. Anch’io non mi creavo problemi per la sua taglia, ma, da quando ha smesso di bere il mio latte, era importante che mangiasse del cibo nutriente. Come te, volevo che mio figlio mangiasse con più entusiasmo. Ricordo alcune cose che lo hanno aiutato a sviluppare migliori abitudini alimentari:
All’età di circa due anni, ho disegnato e colorato figure di tutte le cose che non aveva mai mangiato. Le ho ritagliate e incollate con nastro adesivo ad una lavagnetta sul frigo. Ho tirato poi un rigo a metà della lavagnetta , dividendola così in due sezioni. La mattina cominciavamo con l’avere tutte le figurine dei cibi a nostra disposizione in una sola sezione: ogni volta che il bimbo mangiava qualcosa, doveva spostarne la figurina corrispondente dall’altra parte. Trovava divertente cercare e spostare i disegnini, ed era incoraggiato a mangiare una più vasta varietà di cibi perché vedeva tutto il cibo che gli piaceva e che non aveva ancora mangiato nella giornata. Abbiamo fatto così solo per poche settimane, ma sembra che abbia funzionato, influenzando alla lunga il suo atteggiamento nei confronti del cibo.
Sua zia gli ha inoltre regalato per Natale un divertente set di piatto, tazza e cucchiaio, nella speranza di incoraggiarlo a mangiare. Il piatto era diviso in sezioni che potevo riempire con cibi diversi: gli è piaciuto molto!
Ho poi scoperto che se gli chiedevo se voleva un qualsiasi tipo di cibo me lo rifiutava spesso, ma se preparavo uno spuntino e glielo porgevo semplicemente, spesso mi ringraziava e lo mangiava. Questo sistema ha funzionato per un bel po’.
Raramente assaggiava nuovi cibi proposti da me o da suo padre, mentre era più incoraggiato da altri bambini, che gli hanno fatto mangiare formaggio, carote, gallette di riso, e altri nuovi cibi.
Evitiamo di comprare merendine, pane bianco e patatine. Se queste cose sono in casa, il bimbo si rifiuta di mangiare cose più sane come cereali integrali, pane integrale e spuntini preparati da me, che costituiscono la maggior parte della sua dieta regolare. Mangia abbastanza “stuzzichini” alle feste, in casa di amici, ecc.
Ora mio figlio è in grado di capire cosa sono la frutta e la verdura, quali cibi sono salutari, che deve fare una buona colazione per sentirsi bene, e che non fa bene mangiare lo stesso cibo per tutto il giorno. È più facile ragionare con lui. Spesso mangia in maniera non convenzionale, come prendere i cereali la sera, rifiutando tutta la carne, le uova, le verdure cotte, e quasi tutti i cibi che si mangiano a cena, ma comunque la sua dieta è lo stesso ben strutturata. Credo che sia importante prendere in considerazione il suo modo di mangiare nell’insegnargli a nutrirsi correttamente. Desidero che egli ascolti i segnali mandati dal suo stesso organismo su cosa e quando mangiare. Penso che ciò avrà un forte impatto a lungo termine sulla sua salute e sulla sua alimentazione. (Dianne)

[1] Il dott. William Sears è un pediatra che esercita a Pasadena in California. È scrittore e tiene conferenze su argomenti relativi ai genitori e alla cura dei figli. Ha pubblicato per La Leche League vari libri, tra cui “Genitori di giorno... e di notte” (sostituito oggi da "Sogni d'oro", ndr). È padre di otto figli e sua moglie, Martha, è Consulente de La Leche League .

Traduzione di Milena Bertonati