La conoscenza delle normali modalità di evacuazione del neonato è centrale per il successo dell’allattamento. Le Consulenti possono essere di aiuto alle madri per sapere cosa aspettarsi, nonché discutere strategie correttive.
Se il tuo bambino ha meno di sei-otto settimane, andrebbe dedicato un minuto in più a discutere l'importanza di scariche frequenti per i bambini allattati al seno in questa fascia di età. Ecco perché.
La frequenza e la consistenza delle feci del bambino allattato sono state per lungo tempo un aspetto sottovalutato dell’allattamento. Intorno alla metà del XX secolo, quando i bambini venivano alimentati spesso semplicemente con latte vaccino e con cibi solidi, feci solide e non frequenti divennero comuni. Di contro, la frequenza e la consistenza liquida delle feci derivanti dal latte materno venivano scambiate a quei tempi per diarrea e trattate come tali, persino con misure estreme come lo svezzamento. Anche i bambini più grandicelli ancora allattati che presentavano tipi di feci normali ma poco frequenti erano senza necessità trattati in vari modi per stipsi.
Equivoci
Per decenni La Leche League e altri sostenitori dell’allattamento hanno diffuso informazioni sull’aspetto e la frequenza delle feci del bambino sano allattato, per eliminare timori e risparmiare ai bambini interventi non necessari. Sfortunatamente questo lavoro è lontano dall’essere terminato. Alcune neomamme non si aspettano ancora feci liquide e frequenti. Oppure alcuni bambini allattati sono ancora erroneamente curati come se fossero affetti da stitichezza.
Una conseguenza ancor più dannosa dovuta alla non conoscenza delle feci dei bambini allattati, continua a presentarsi: l’incapacità, non rilevata, di crescere nel modo ottimale.
In passato le pubblicazioni ponevano l’accento sull’educare le madri ad aspettarsi movimenti intestinali frequenti e feci liquide dal bambino allattato, come pure la possibilità (che oggi sappiamo invece frequente solo dopo 6 settimane) che il bambino potesse “saltare” diversi giorni tra i movimenti intestinali. Dal momento che sia feci frequenti che infrequenti sembravano ricadere nella normalità, l’unico criterio per valutare un apporto nutritivo adeguato si è focalizzato sulla quantità di urina. Negli anni ’80 questo standard fu modificato per bambini allattati all’interno di uno specifico gruppo di età. È stato recentemente riconosciuto che il ritmo normale di feci di un neonato esclusivamente allattato al di sotto delle 6-8 settimane di età consiste in diversi movimenti intestinali giornalieri.
Perché la sola quantità di pipì non può essere usata per valutare l’allattamento del neonato? Da molto tempo è ormai noto che la composizione e la quantità del latte materno muta sia durante le settimane successive alla nascita sia durante una singola poppata. Il primo latte, il colostro fornisce molti benefici incalcolabili per la salute del bambino, ed è anche un lassativo naturale che assicura la prima evacuazione del meconio. Sebbene la quantità di latte prodotta da una madre aumenti molto entro pochi giorni dalla nascita (avviene la "montata lattea"), la transizione dal colostro al latte maturo impiega poi diverse settimane per completarsi. Il latte di transizione e il latte maturo sono responsabili anche dell’aumento di feci. Come è affermato in Lactation Consultant Series Unit 8, pag. 7, “I neonati comunemente evacuano almeno cinque volte al giorno dopo il terzo giorno, poiché l’incremento del grasso nel latte di transizione e maturo determina la massa fecale”.
Due tipi di latte? È sempre latte!
I termini foremilk (primo latte) e hindmilk (secondo latte) sono usati (spesso a spoposito) in riferimento alle sottili differenze nel latte umano che cambia anche durante una singola poppata. Il primo latte, preso all’inizio del pasto, è più abbondante, ha una percentuale più bassa di grassi e contiene più lattosio. Il lattosio è importante per lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso centrale e fornisce da solo il 40% del fabbisogno energetico del bambino. Quando il lattante continua a poppare a quel seno la percentuale di grassi nel latte aumenta gradualmente e si parla di secondo latte come del latte verso la fine della poppata.
Non esistono quindi due tipi di latte materno, uno inferiore all'altro, ma un continuum di sottili cambiamenti.
Tuttavia questi cambiamenti non sono bruschi e sono fortemente influenzati dall'intervallo fra le poppate: quando le poppate sono frequenti, come ci si aspetta che siano, la differenza è minima o nulla. Viceversa poppate distanziate hanno anche lo svantaggio di accentuare la differenza. Più frequentemente si allatta e più i seni si svuotano, più alta è concentrazione di grasso in tutto il latte materno.
Per la crescita del bambino è considerato ideale l’apporto combinato di entrambi i tipi di latte, come fisiologicamente previsto. La strategia più semplice per garantirlo è allora quella di allattare il bambino seguendo i suoi segnali, almeno 8-12 volte in 24 ore.
Alla domanda “Il bambino sta mangiando abbastanza?”, si potrebbe rispondere con una seconda domanda “Abbastanza per che cosa?”. È difficile che un neonato produca diversi movimenti intestinali (cacche) al giorno senza essere anche adeguatamente idratato.
Invece, può facilmente accadere il contrario. Dato che la gestione dell'allattamento, una suzione inefficace o altri problemi possono diminuire la produzione materna di latte o impedire al bambino di riceverne un’adeguata quantità, è possibile che un bambino sia idratato pur non ricevendo il necessario apporto di calorie. La frequente emissione di urina rimane un indicatore valido per valutare l’adeguata idratazione del neonato; numerose scariche giornaliere costituiscono invece un indicatore di adeguato apporto di calorie nel neonato. Entrambi i fattori sono necessari per valutare in modo completo l’allattamento del neonato.
La mancanza di scariche giornaliere, oltre ad essere associata ad un insufficiente apporto di calorie nel neonato, può anche far prevedere uno scarso aumento di peso. L’individuazione immediata di questo sintomo può essere cruciale per la salute del bambino e per la continuazione dell’allattamento. In casi gravi uno scarso apporto di calorie nel neonato può portare ad una suzione debole, alla diminuzione di produzione del latte e ad una pericolosa disidratazione. Anche se situazioni meno gravi possono essere risolte a vari stadi dell’allattamento, è molto più efficace stabilire un’abbondante produzione di latte e un buon aumento di peso nelle prime settimane di vita piuttosto che dover faticare per ottenere gli stessi risultati nei mesi successivi.
Modalità di evacuazione
Quando un neonato completamente allattato al seno sta avendo diverse scariche giornaliere granulose, gialle o marrone chiaro, è un segnale rassicurante che l’allattamento è stato ben avviato. Che meravigliosa prova visibile per calmare ogni timore sull’adeguatezza della produzione di latte!
Mentre i nuovi genitori hanno spesso difficoltà a valutare se il pannolino del bambino sia realmente bagnato, non c’è alcun dubbio a capire quando è sporco. Anche per la madre preoccupata - anche se non lo dice apertamente - che scariche frequenti siano sintomo di diarrea, conoscere la frequenza e il significato delle normali evacuazioni è un grande sollievo e fonte di fiducia.
Può capitare che ci si possa trovare davanti a scariche notevolmente infrequenti del neonato. A volte il sintomo è stato sottovalutato o, basandosi su criteri validi per bambini più grandi, considerato come normale. Altre volte, su consiglio di famigliari, amici od operatori sanitari, il sintomo è stato già trattato come stipsi. Durante gli anni ’90, le madri hanno riferito di suggerimenti di trattamenti come: cambiamenti della dieta materna; varie aggiunte per i bambini, compreso glucosio o acqua di cereali zuccherata, succhi di frutta o frutti omogeneizzati; vari tipi di stimolazione anale, dilatazione anale e clisteri di oli vegetali. In caso di evacuazioni poco frequenti, è noto che i bambini hanno spesso, o viene riscontrato successivamente, uno scarso aumento di peso.
Quando si parla di scariche infrequenti, è importante valutare con attenzione quanta pipì fa il neonato. Ci si deve aspettare che un bambino ben idratato abbia un’urina pallida, gialla, chiara, e bagni in modo consistente 6-8 pannolini di stoffa o 5-6 pannolini monouso ogni 24 ore a partire dal terzo giorno dopo la nascita. Una neomamma può imparare come sembrerebbe al tatto un pannolino appena bagnato versando su un pannolino asciutto 30-60 ml d’acqua. Anche se i pannolini usa-e-getta possono sembrare asciutti, risulteranno parecchio più pesanti.
Se anche l’emissione di pipì del bambino appare scarsa, è consigliabile fare immediatamente riferimento al medico. Ma anche se la quantità di urina sembra consistente, basandosi su quanto detto sopra, l’assenza di scariche quotidiane nel neonato resta motivo di preoccupazione. Ruth A. Lawrence, nel suo libro Breastfeeding: A Guide for the Medical Profession, a pag. 273 dice: “Quando non si verificano [evacuazioni quotidiane nel neonato] il medico deve accertare che tutto proceda bene. Questo comporta una valutazione dell’emissione di urina… e del peso specifico dell’urina, come pure un’analisi delle modalità di allattamento. Lo scopo è identificare il possibile ritardo nello sviluppo prima che la situazione si aggravi”.
La dottoressa Lawrence continua spiegando che possono essere necessarie delle piccole (o grandi) modifiche nella gestione dell’allattamento per incrementare la quantità di latte che il bambino riceve.
Può sicuramente rassicurare sapere che semplici modifiche nello stile di allattamento della mamma o del bambino possono risolvere velocemente la situazione. Molti neonati con evacuazioni infrequenti cominceranno ad avere numerose scariche al giorno entro 24-48 ore dal miglioramento delle tecniche di allattamento.
È importante tenere a mente la gestione base dell’allattamento, incluso il numero di poppate che il neonato può richiedere ogni giorno (10-12), il modo in cui il latte cambia durante la poppata e nei diversi momenti della giornata e l’importanza di agevolare ed incoraggiare il bambino a mantenere una suzione attiva abbastanza prolungata, per assumere latte in abbondanza.
Aumento di peso
Davanti a poche scariche giornaliere, se l’aumento di peso del bambino non è ancora stato accertato, sarebbe utile verificarlo con un medico. Si può chiedere al pediatra, al consultoriom anche in alcune farmacie.Si può richiedere immediatamente un controllo del peso; oppure magari si può scegliere di aspettare un appuntamento successivo fissato in precedenza. In entrambi i casi si potrebbe poi trovarsi davvero di fronte ad uno scarso aumento di peso. Durante la visita si può spiegare che difficoltà incontrate durante l’allattamento che possono aver influenzato il peso del bambino, e che comunque, dopo aver contattato La Leche League per avere assistenza sono stati apportati dei cambiamenti alla gestione dell'allattamento. Se poi effettivamente l’aumento di peso risulterà scarso, si potrà, da una posizione di forza, chiedere un periodo di monitoraggio del peso, mentre si continua a lavorare per migliorare l’allattamento.
Se l'aumento di peso è così scarso da consigliare una temporanea aggiunta, la prima scelta per l’integrazione deve ricadere sul latte spremuto della madre stessa, specialmente il latte che può essere estratto dopo le poppate. Il Libro delle Risposte, a pag. 134, afferma: “La madre e il pediatra devono discutere su quanta aggiunta somministrare. Può essere utile per la madre sapere che il bambino ha bisogno di circa 65-80 ml per 500 gr. di peso corporeo ogni 24 ore per mantenere un peso normale. Ulteriori 35-65 ml ogni 500 gr. di peso corporeo al giorno dovrebbero essere necessari per compensare la precedente mancanza di aumento di peso”.
Si possono usare metodi alternativi per alimentare il bambino, per evitare il rischio di confusione nella suzione causato dalle tettarelle. Un dispositivo di alimentazione supplementare (DAS) usato al seno può incoraggiare una suzione efficace e stimolare la produzione materna di latte. Altre possibilità sono offerte dall’uso di un contagocce, una siringa, un cucchiaio o una piccola tazza. Si può avere cura specialmente nel dare prima al bambino la componente ricca di grassi del latte che si separa nella parte superiore del latte estratto, se è stato in posa abbastanza a lungo da essersi verificata la separazione.
Eccezioni
Anche se diversi movimenti intestinali giornalieri sono considerati normali per i neonati che crescono allattati al seno, ci sono delle eccezioni che vanno puntualizzate.
Spesso un neonato sano, ben nutrito ma con scariche non frequenti non avrà un aumento di peso entro i valori normali. Il Libro delle Risposte afferma che i neonati possono avere un calo di peso dal 5 al 7% fino al quarto giorno dopo la nascita, poi in genere aumentano 30 grammi o più al giorno nelle settimane successive. Dal momento che gli esperti considerano le scariche infrequenti del neonato come il “campanello d’allarme” di un sintomo che richiede una valutazione professionale, confermare lo stato di salute generale del neonato, e monitorare l’aumento di peso insieme all’operatore sanitario, rappresenta una saggia precauzione.
Sebbene l’allattamento fornisca al lattante un’ampia protezione contro le infezioni, le malattie capitano. I sintomi della diarrea includono 12 o 16 scariche maleodoranti nelle 24 ore. I neonati affetti da diarrea hanno bisogno del controllo medico, e l’allattamento continuo è per loro un beneficio speciale.
Scariche intestinali frequenti, costantemente verdi e acquose, possono essere causate da una sensibilità a un cibo o alle medicine assunte dalla madre o dal bambino. L’attenta considerazione di ogni farmaco, rimedio casalingo, cibo o bevanda può svelare una possibile causa del disturbo.
Si ritiene che scariche intestinali costantemente verdi, acquose e schiumose pur con una crescita adeguata possano essere causate anche da uno “squilibrio tra primo e secondo latte”o meglio una “sindrome di eccesso di lattosio”. Il bambino può presentare coliche, i movimenti intestinali possono essere molto violenti. Ci si trova spesso di fronte ad una produzione sovrabbondante di latte o ad un riflesso di emissione forte. Le tecniche di allattamento per migliorare il controllo del flusso di latte e dell’apporto di latte nel bambino possono ridurre velocemente questi sintomi.
Aumentare la conoscenza
Da molti anni le pubblicazioni de La Leche League riportano il modello tipico di neonato che evacua più volte al giorno. Nel nostro lavoro a sostegno dell’allattamento, ci siamo accorte che i cambiamenti spesso avvengono lentamente, e la comprensione generale della normale attività intestinale del neonato non fa eccezione. Rilevare precocemente l’infrequenza delle scariche nel neonato e attuare strategie per migliorare l’apporto di latte, possono costituire per una madre fattori decisivi per la continuazione dell’allattamento.
Sentirsi dire, durante una visita di routine, che il proprio bambino non sta crescendo bene scoraggerebbe e spaventerebbe chiunque. Le Consulenti LLL, durante gli incontri o quando contattate per il supporto all'allattamento, molto spesso spiegano l’importanza di diverse scariche giornaliere nei neonati, questo costituisce un modo davvero semplice di promuovere, proteggere e sostenere l’allattamento. Per una madre è molto utile essere avvisata in anticipo della possibilità di problemi di peso, e aver avuto immediata informazione e incoraggiamento, come pure criteri di osservazione della crescita del bambino.
Strategie per aumentare l’apporto totale di latte / evitare squilibri
Per dar luogo a molteplici evacuazioni giornaliere e ad un ottimale aumento di peso del bambino, si possono sfruttare al massimo nei seguenti modi le opportunità e il desiderio di poppare del bambino:
• Mettere insieme mamma e bambino per facilitare il legame; terapia canguro e libero accesso al seno.
• Iniziare la prima poppata e non interrompere la suzione nei primi 30-60 minuti dalla nascita, se possibile.
• Incoraggiare l’attuazione di 10-12 poppate attive e sostenute nelle 24 ore.
Permettere al neonato di succhiare quasi costantemente nelle prime ore o nei primi giorni dopo la nascita, gli fornisce un notevole esercizio orale su seni morbidi, prima di dover affrontare seni diventati pieni e pesanti, come quando aumenta la produzione di latte. Ciò permette anche il massimo apporto di colostro, stimola la rapida evacuazione del meconio e favorisce una precoce e abbondante produzione di latte da parte della madre.
Nelle prime settimane dopo la nascita:
• Continuare ad incoraggiare una suzione attiva e sostenuta totalizzando 10-12 poppate nelle 24 ore.
• Porre attenzione ai dettagli di come il bambino si attacca al seno e alla posizione, per ottenere un’efficacia elevata degli sforzi di suzione.
• Ascoltare i suoni e i modi in cui il bambino inghiotte.
• Facilitare ripetuti riflessi di emissione durante ciascuna poppata, allattando in un’atmosfera rilassante e prendendo una bevanda fresca o uno spuntino.
• Se il bambino tende ad appisolarsi al seno, provare ad incoraggiare delicatamente un ritorno alla suzione attiva parlandogli, accarezzandolo o spostandolo da un seno all'altro (vedi punto successivo).
• Se lo spostare il bambino all’altro seno è il modo migliore per stimolare una suzione attiva, allora spostarlo 3, 4 o più volte durante ogni poppata (alternanza ripetuta) può meglio favorire l’apporto equilibrato delle componenti del latte nel bambino.
• Anche il metodo della compressione può offrire un incentivo efficace perché il bambino poppi più a lungo e nel contempo assuma più latte.
Ostacoli possibili
Questi possibili impedimenti ad un apporto adeguato di latte possono contribuire alle scariche infrequenti, a elevati livelli di bilirubina e/o a ridotto aumento di peso:
• Prima poppata avvenuta dopo più di 30-60 minuti dalla nascita.
• Separazione della madre e del bambino, che riduce l’opportunità di poppate frequenti e tranquille.
• Poppate, ad orario od occasionali, in numero inferiore di 10-12 pasti nelle 24 ore.
• Poppate cronometrate o a tempo limitato, che determinano un tempo di suzione ridotto e minor apporto di latte.
• Togliere il bambino dal seno mentre sta ancora succhiando e inghiottendo attivamente (anche se per offrirgli l’altro seno).
• Somministrare al neonato qualunque cosa che non sia colostro o latte umano.
• Offrire al neonato tettarelle, paracapezzoli, succhiotti o biberon da succhiare.
• Posizioni che ostacolano un attacco al seno efficace e una suzione confortevole.
• Un ambiente di allattamento anormalmente stressante che impedisce alla madre o al bambino di godere di poppate ininterrotte e tranquille.
• Pratiche usate per calmare il bambino, che possono posticipare o ritardare le poppate: cullare il bambino, passeggiate in auto, in carrozzina, in passeggino, far succhiare altro che non sia il seno, dare aggiunte, lasciare che il bambino pianga per addormentarsi.
• Consentire o incoraggiare intervalli di più di 4-6 ore tra due poppate.
• Pensare che il pasto sia completo quando il bambino ha preso latte da entrambi i seni (se ne possono offrire anche 3 o 4! e a volte ne basta 1)
Se un neonato di meno di 6-8 settimane non produce diverse scariche intestinali gialle e semiliquide ogni giorno, sarebbe importante:
• Far verificare l’aumento di peso e lo stato di salute del bambino da un medico.
• Esercitarsi nelle posizioni di allattamento e nelle tecniche di suzione di modo che il bambino prenda in bocca una bella porzione di seno con il mento appoggiato al seno.
• Cercare se possibile di aumentare la produzione di latte, la durata delle poppate e il loro numero totale giornaliero, riducendo gli intervalli.
• Usare strategie di allattamento che permettano al bambino di assumere una maggiore quantità di lattee quindi più calorie.
• I bambini che producono un’inadeguata quantità di urina (bagnano meno di 6-8 pannolini di stoffa e 5-6 di quelli usa e getta) richiedono l’immediato intervento medico.
Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.
Bibliografia:
Denise Bastien su Leaven, Vol. 33 N. 6, Dicembre 1997-Gennaio 1998, pag. 123-6.
Desmarias, L. and Brown, S. Inadequate Weight Gain in Breastfeeding Infants: Assessments and Resolutions. LLLI Lactation Consultant Series Unit 8. New York: Avery, 1990
Eglash, A. Breastfeeding promotion in the community setting: managing the 24 hour discharge. ABM News and Views: The Newsletter of the Academy of Breastfeeding Medicine, estate 1995
Lawrence, R. Breastfeeding: A Guide for the Medical Profession. St.Louis, Missouri, USA: Mosby 1994, 272
Mohrbacher, N. and Stock, J. Allattamento al seno - Il Libro delle Risposte La Leche League Italia 2004
Neifert, M. and Seacat, J. A guide to successful breastfeeding. Contemporary Pediatrics 3:6, 1986