• 17 novembre 2013 - Giornata Internazionale del Neonato Prematuro

    COMUNICATO STAMPA

    Oggi è la Giornata Internazionaledei neonati prematuri

     LATTE DI MAMMA, 

    OGNI GOCCIA CONTA!

    L’allattamento è il nutrimento fisiologico per ogni bambino sano, nato a termine e di peso adeguato. Quando il bambino è malato, prematuro o di basso peso, il latte materno può veramente fare la differenza.

    Gabriele fra il calore di mamma Alessandra e papà Francesco 

    Il 17 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale del neonato prematuro. La Leche League ha realizzato, in collaborazione con alcuni reparti ospedalieri, un dépliant di informazioni per la mamma del bambino prematuro che – assediata da mille fondate preoccupazioni sulla salute del suo bambino – può non avere ben chiara l’importanza del suo latte.

    TIRARSI IL LATTE - INFORMAZIONI E SOSTEGNO

    PER LE MAMME CHE DESIDERANO ALLATTARE

    Tutte le mamme che allattano hanno bisogno di sostegno, ed è comprovato da numerosi studi scientifici che quando è adeguatamente sostenuto , l’allattamento è più diffuso e di maggior durata; ma le mamme di un bambino ospedalizzato hanno ancor più bisogno di sostegno, così come il loro bambino necessita di un latte materno che li protegga il più possibile, con anticorpi creati appositamente per la loro situazione, dagli agenti patogeni esterni. La mamma è in grado di creare queste difese attraverso il latte, semplicemente rimanendo al fianco del neonato e frequentandone gli stessi ambienti.

    Ecco perchéLa Leche League ha preparato anche una locandina da esporre nei reparti di terapia intensiva. Depliant e locandina saranno a disposizione dal sitowww.lllitalia.org per le mamme che ne facciano richiesta a La Leche League.

    Allattare è il primo gesto di salute, l’esperienza deLa Leche Leaguenegli anni a stretto contatto con le mamme e le loro famiglie lo conferma.La Leche Leagueesiste da 60 anni nel mondo e da 35 anni in Italia, ed ha creato e diffuso una rete sociale, presente nelle singole realtà in modo concreto e visibile, vicina alle donne, affinché il sostegno sia davvero “da mamma a mamma”.

    Per informazioni su La Leche League-Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 340 9126893 Per scaricare l'opuscolo "Latte di mamma - Ogni goccia conta" in pdf clicca qui

  • 17 novembre 2019 - Latte di mamma: per i prematuri ogni goccia conta!

    Il 17 novembre è la Giornata Mondiale della Prematurità.

    La Leche League ha preparato la nuova edizione dell’opuscolo "Ogni goccia conta", dedicato ai primi suggerimenti per una mamma che voglia allattare il suo bambino prematuro ricoverato in TIN, aggiornato graficamente e nei contenuti.
    Potete scaricare l’opuscolo cliccando qui:

    CONTATTO PELLE A PELLE ANCHE PER I PARTNER, I NONNI, I FRATELLI...
    Immediatamente dopo la nascita i neonati vengono aggrediti dal freddo, dalla luce, dal rumore e soprattutto dalla forza di gravità, che non li sostiene come prima faceva l’acqua nella quale galleggiavano dentro alla pancia della mamma. Il contatto con la pelle della mamma e la morbidezza della sua pancia li riportano alla sicurezza dell’utero.  Ma anche i papà, i partner e gli altri parenti possono offrire una simile solidità e accoglienza. Tutti possono imparare a prendersi cura del neonato sentendosi quindi meno inutili o fuori posto. Tutti hanno un ruolo importante nell’alternarsi alla mamma, permettendole di riposare un poco sapendo che il bambino è letteralmente fra braccia sicure, le più sicure del mondo dopo le sue.

    Per avere informazioni e sostegno puoi contattare una Consulente de La Leche League oppure ti puoi rivolgere al personale del reparto in cui è nato il tuo bambino o la tua bambina.

    OGNI CONTATTO CONTA!
    Dopo ogni contatto (carezza, massaggino, bacino) il livello del cortisolo del tuo bambino risulta più basso, cioè lo stress diminuisce, mentre l’ossitocina, l’ormone del benessere e della socialità, aumenta. Con il bacio, in particolare, il bambino produce sostanze come la dopamina e le endorfine, che abbassano la sensibilità al dolore.

    Scarica qui il PDF "Latte di mamma - Ogni goccia conta" con tutte le informazioni

  • Allattare i gemelli - I nostri gemellini prematuri

    Da Bulletin n. 6 - 1995. Pubblicato in Da mamma a mamma  n. 49, autunno 1997

    Alla 31ª settimana nacquero i nostri gemellini con il cesareo e l'anestesia peridurale.

    Felice che durante l'operazione ero potuta rimanere sveglia, sentii piangere (pianissimo) tutti e due i bambini e potei vederli per un secondo prima che li portassero nel reparto rianimazione. Da quel momento cominciarono per il mio compagno e per me momenti di paura e speranza: Thomas, 1120 g e Christina, 1200g, sarebbero sopravvissuti? Christina venne intubata per cinque ore perché dopo cinque respiri aveva cominciato a rantolare. Il secondo giorno cominciai a tirarmi il latte e le prime gocce gli furono subito date.

    Dopo essere uscita dall'ospedale andavo sempre a trovare i nostri due bambini. Passai molto tempo con loro due poggiati sul mio petto. Anche il mio compagno mi accompagnò spesso. Dopo due settimane li misero tutti e due nella stessa incubatrice. Io ero felice perché sapevo che ora si facevano compagnia a vicenda quando non c'ero io.

    Secondo i consigli della mia amica Consulente ogni giorno mettevo il mio mignolo nelle loro bocche per tener vivo il riflesso di suzione. Spesso li avvicinavo al capezzolo e spruzzavo loro qualche goccia di latte in bocca. Passarono 25 giorni finché potei cominciare ad allattare io stessa. Non riuscirono a prendere neanche 10 ml. Dopo un mese dalla nascita li attaccai insieme mentre erano sdraiati sul lettino e così funzionò bene per un bel po' di tempo.

    Poco prima che fossero dimessi dall'ospedale ebbi un'influenza intestinale molto forte per cui fui costretta a rimanere a letto. Nel frattempo vennero allattati con il biberon. La conseguenza fu che Christina si dimenticò come si ciucciava al seno. Con 2040 e 2100 g la nostra coppietta tornò a casa e con tanta pazienza riuscii di nuovo a far attaccare al seno Christina. Quando Thomas si ammalò assegnai un seno per uno. Anche il tempo delle coliche passò dando loro spesso il seno e passeggiandoli nel marsupio o nella fascia portabebè.

    Il risultato dell'ultima visita medica è stato buono. L'ernia ombelicale e inguinale di nostro figlio e l'ostruzione delle tube lacrimali di nostra figlia sono guarite senza cure mediche. I bambini hanno ora più di sei mesi e pesano più di sei chili e mezzo.
    Sono felice di aver vissuto questa esperienza di allattamento insieme ai miei bambini. Comunque non so se ce l'avrei fatta senza l'aiuto morale del mio compagno che mi è stato vicino costantemente per superare questo periodo di tempo bello ma difficile.
    B. M.

    Traduzione di Patrizia Antimi

  • Allattare quando il bambino è prematuro

    Di S. C. Da Da mamma a mamma n. 48, estate 1997

  • Allattare un prematuro è possibile!

    Di P. A. Da Da mamma a mamma n. 45, estate 1996

  • Allattare un prematuro? Si può

    Di L. M. Da Da mamma a mamma n. 42, inverno 1995

  • Che cosa deve fare la mamma che si tira il latte e che vuole conservarlo e trasportarlo per il suo bambino ricoverato in TIN?

    Non granché di diverso da quello che deve fare la mamma di un bambino nato a termine che voglia lasciare una dose di latte di scorta.   Le linee guida dell’AIBLUD, (Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato), che trovate al link www.aiblud.com/wp-content/uploads/2016/10/blud.pdf, prescrivono ovviamente di lavarsi le mani accuratamente prima di tirare il latte, lavando con acqua calda e sapone e risciacquando bene tutto ciò che si adopera per l’estrazione. Aggiungono di lavare il seno con semplice acqua corrente o con una garza sterile imbevuta d’acqua.

    Per tirarsi il latte, la mamma può utilizzare la spremitura manuale, il tiralatte manuale o quello elettrico. Tante mamme hanno trovato magico tirarsi il latte guardando un’immagine del loro bambino o tenendo davanti a sé un suo piccolo indumento. Funziona!

    Per la raccolta del latte si possono usare sia contenitori di vetro sia di plastica rigida, ma non i sacchetti morbidi in polietilene (che riducono alcune componenti del latte umano e si rompono facilmente). Quando poi la raccolta del latte è terminata, il contenitore sterile deve essere messo subito sotto l’acqua corrente per raffreddare il latte, dopo di che può essere messo in frigorifero - se verrà trasportato all’ospedale entro la giornata - oppure in freezer. Al latte conservato in frigo può esser aggiunto altro latte tirato in un altro momento purché siano alla stessa temperatura (non unire mai latte appena tirato con latte già freddo) e il contenitore va posto nella parte più fredda del frigorifero, cioè lontano dallo sportello. 

    Fate dosi piccole, i primi tempi, il vostro bambino piccino ha uno stomaco proporzionato alle sue misure. Il latte va messo in freezer non oltre le 24 ore dalla prima estrazione, e poiché aumenta di volume, non bisogna riempire troppo i contenitori, lasciando sempre almeno un quarto di spazio vuoto. I contenitori dovrebbero essere messi a loro volta in contenitori più grandi che li tengano separati dagli altri alimenti.

    Per trasportare il latte da casa all’ospedale, infine, se il latte è congelato, non va usato ghiaccio comune ma borse termiche, ghiaccio secco o pacchetti refrigeranti. Il latte, infatti, congela a una temperatura inferiore a quella dell’acqua, e durante il trasporto il ghiaccio potrebbe far alzare la temperatura del latte congelato.  

    Detto tutto questo, il latte per un prematuro più è fresco meglio è.  Se ce n’è la possibilità, quindi, chiedete di tirarvi il latte in ospedale per darlo subito al vostro bambino.

    Ricordatevi sempre che ogni goccia conta! Anche un solo cucchiaino può fare la differenza.

     

    Puoi trovare la tabella dei tempi di conservazione del latte materno cliccando qui

     

  • Come si sceglie un tiralatte?

    Prima di decidere se è necessario acquistare un tiralatte e scegliere il modello, è importante avere chiaro l'uso che si intende farne.

    Infatti, ci sono donne che hanno capito di non avere bisogno di un tiralatte dopo avere scoperto quanto sia facile portare con sé un bambino allattato. Altre mamme invece devono lasciare il bambino per alcune ore durante il giorno e hanno in qualche modo bisogno di tirarsi il latte. E altre ancora si trovano perfettamente a proprio agio tirandosi il latte manualmente.

    Se hai effettivamente bisogno di un tiralatte, puoi scegliere tra molti tipi disponibili. Scegliere il tiralatte più adatto è un po’ come scegliere una borsa: ci sono molti tipi e modelli, e quello che va bene per una donna non è necessariamente il meglio per un’altra. Alcuni aspetti da considerare quando si deve scegliere un tiralatte sono il costo, la facilità di trasporto e di uso e l’efficacia.

    I tiralatte manuali, più utili per chi si toglie il latte occasionalmente, di solito sono facili da utilizzare, sono piuttosto piccoli e facili da portare con sé. Alcuni richiedono due mani, altri funzionano solo con una mano. I tiralatte manuali con la pompetta in gomma, che ricordano il clacson di una bicicletta, NON sono consigliati.

    Ci sono anche piccoli tiralatte elettrici di varie marche, alimentati a batterie o con un trasformatore. Sono tutti piuttosto piccoli e maneggevoli, ma non tutti sono silenziosi.

    Quando c’è bisogno di spremere grandi quantità di latte in poco tempo, forse è meglio utilizzare tiralatte elettrici automatici di normali dimensioni, detti anche tiralatte professionali e disponibili anche negli ospedali per le mamme con bimbi ricoverati. Essi riproducono più fedelmente il ciclo di suzione-rilascio caratteristico del bambino, mentre nei tiralatte più piccoli l'aspirazione è continua. Molte donne che li hanno usati riconoscono che sono molto pratici e silenziosi anche se non particolarmente comodi da portare con sé. Di solito possono essere noleggiati in farmacia, nelle sanitarie, talvolta in negozi per bambini: si prende in prestito il motore, mentre tutti i pezzi che vengono a contatto con il corpo della mamma e con il latte devono essere acquistati e rimangono alla mamma (in qualche modello la parte acquistata per l'uso personale può diventare un tiralatte manuale portatile). Il loro costo è variabile in base al tempo che si utilizzano, perché oltre al costo perl'acquisto dei pezzi per l'uso personale, c'è da pagare una quota giornaliera per il noleggio.

    Un’altra possibilità per le madri che necessitano di estrarsi il latte in modo costante è rappresentata dai tiralatte elettrici automatici di nuova generazione. Questi ultimi sono piuttosto cari e sono destinati dalle case produttrici ad un utilizzo esclusivamente personale. Sono contenuti in valigette dal design accattivante e sono dotati di tutti gli accessori necessari per estrarre il latte da entrambi i seni contemporaneamente. Sono ideali per le madri che lavorano fuori casa.

    In genere, nei casi in cui sia necessario aumentare sensibilmente la produzione e in cui il bambino nonfornisca un'adeguata stimolazione al seno (nel caso di un bambino prematuro o in altre situazioni in cui il bambino non poppi affatto o non poppi efficacemente) i tiralatte doppi elettrici di tipo ospedaliero (quelli noleggiabili) sono i più adatti.

    Per facilitare la scelta, potrebbe essere utile parlare con altre mamme per scoprire se abbiano avuto bisogno di un tiralatte e quale abbiano usato. Chiedi loro quali funzioni si siano rivelate più utili e quali difetti abbiano rilevato.

    Tieni presente che in genere i tiralatte sono considerati prodotti di utilizzo esclusivo e personale e che a causa del rischio di contaminazione (è possibile che il latte aspirato venga in contatto con le parti meccaniche interne che non possono essere sterilizzate) non devono essere prestati o presi in prestito, adeccezione dei tiralatte manuali del tipo che può essere sottoposto a trattamento in autoclave e dei tiralatte elettrici professionali.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

  • Come si sceglie un tiralatte?

    Prima di decidere se è necessario acquistare un tiralatte e scegliere il modello, è importante avere chiaro l'uso che si intende farne.

    Infatti, ci sono donne che hanno capito di non avere bisogno di un tiralatte dopo avere scoperto quanto sia facile portare con sé un bambino allattato. Altre mamme invece devono lasciare il bambino per alcune ore durante il giorno e hanno in qualche modo bisogno di tirarsi il latte. E altre ancora si trovano perfettamente a proprio agio tirandosi il latte manualmente.

    Se hai effettivamente bisogno di un tiralatte, puoi scegliere tra molti tipi disponibili. Scegliere il tiralatte più adatto è un po’ come scegliere una borsa: ci sono molti tipi e modelli, e quello che va bene per una donna non è necessariamente il meglio per un’altra. Alcuni aspetti da considerare quando si deve scegliere un tiralatte sono il costo, la facilità di trasporto e di uso e l’efficacia.

    I tiralatte manuali, più utili per chi si toglie il latte occasionalmente, di solito sono facili da utilizzare, sono piuttosto piccoli e facili da portare con sé. Alcuni richiedono due mani, altri funzionano solo con una mano. I tiralatte manuali con la pompetta in gomma, che ricordano il clacson di una bicicletta, NON sono consigliati.

    Ci sono anche piccoli tiralatte elettrici di varie marche, alimentati a batterie o con un trasformatore. Sono tutti piuttosto piccoli e maneggevoli, ma non tutti sono silenziosi.

    Quando c’è bisogno di spremere grandi quantità di latte in poco tempo, forse è meglio utilizzare tiralatte elettrici automatici di normali dimensioni (detti anche tiralatte professionali, disponibili anche negli ospedali per le mamme con bimbi ricoverati), che riproducono più fedelmente il ciclo di suzione-rilascio caratteristico del bambino, mentre nei tiralatte più piccoli l'aspirazione è continua. Molte donne che li hanno usati riconoscono che sono molto pratici e silenziosi anche se non particolarmente comodi da portare con sé. Di solito possono essere noleggiati (si prende in prestito il motore, mentre tutti i pezzi che vengono a contatto con il corpo della mamma e con il latte devono essere acquistate) e il loro costo è variabile.

    Un’altra possibilità per le madri che necessitano di estrarsi il latte in modo costante è rappresentata dai tiralatte elettrici automatici di nuova generazione. Questi ultimi sono piuttosto cari e sono destinati dalle case produttrici ad un utilizzo esclusivamente personale. Sono contenuti in valigette dal design accattivante e sono dotati di tutti gli accessori necessari per estrarre il latte da entrambi i seni contemporaneamente. Sono ideali per le madri che lavorano fuori casa.

    In genere, nei casi in cui sia necessario aumentare sensibilmente la produzione, o per tirarsi il latte per un bambino prematuro o in altre situazioni in cui il bambino non poppa quindi non fornisce un'adeguata stimolazione al seno, i tiralatte doppi elettrici di tipo ospedaliero (noleggiabili) sono i più adatti.

    Per facilitare la scelta, potrebbe essere utile parlare con altre mamme per scoprire se abbiano avuto bisogno di un tiralatte e quale abbiano usato. Chiedi loro quali funzioni si siano rivelate più utili e quali difetti abbiano rilevato.

    Tieni presente che in genere i tiralatte sono considerati prodotti di utilizzo esclusivo e personale e che a causa del rischio di contaminazione (è possibile che il latte aspirato venga in contatto con le parti meccaniche interne che non possono essere sterilizzate) non devono essere prestati o presi in prestito, adeccezione dei tiralatte manuali del tipo che può essere sottoposto a trattamento in autoclave e dei tiralatte elettrici professionali.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Come si usano il bicchierino o la tazzina per dare un'aggiunta?

    Se il tuo bambino non è ancora in grado di attaccarsi efficacemente al seno, puoi provare a nutrirlo con un bicchierino o una tazzina. Esistono bicchierini morbidi fatti apposta per i neonati prematuri o di basso peso, ma il tappo di un biberon, un bicchiere da liquore o una tazzina da caffè sono ugualmente efficaci, purché non abbiano i bordi taglienti.

     

    Bicchierino o tazzina

    Questo metodo richiede un po’ di pratica e molta pazienza, ma è efficace e sicuro, una volta che avrai imparato come fare.

    Nutri il tuo bambino ogni volta che mostra segnali di fame.

    Lavati le mani; versa la quantità di latte che serve al tuo bambino in un bicchierino o in una tazzina. L’obiettivo non è che il tuo bambino beva, ma che lecchi il latte.

    Avvolgi il tuo bambino in modo da mantenerlo caldo e sicuro. Tienilo in una posizione quasi verticale, sulle tue ginocchia, sostenendogli la testa e il collo con la mano.

     

     

    Bicchierino o tazzina bAppoggia delicatamente il bicchierino sul labbro inferiore del tuo bambino e inclina il bicchierino fino a quando il latte raggiunge il bordo, poi lascia che sia il bambino a prendere il latte, leccandolo, come fanno i gattini.

    Lui sarà in grado di decidere il ritmo delle leccate; ogni tanto farà delle pause. Assecondalo e aspetta che riprenda, mantenendogli il bicchierino appoggiato sul labbro inferiore e il latte a livello del bordo.

    Osserva quando ti darà qualche segnale di sazietà. Potrebbe addormentarsi, oppure potrebbe chiudere la bocca; allora togli il bicchierino.

    L’alimentazione con il bicchierino o con la tazzina dovrebbe essere comoda per il tuo bambino. Fai attenzione a non premere sul suo labbro inferiore o a posizionare il bicchierino troppo all’interno della sua bocca.

    Tienilo sempre in posizione quasi eretta; ricorda che non deve mai essere nutrito da disteso. Non versargli mai il latte direttamente in bocca e non cercare di nutrirlo se sta dormendo.

    Se hai un bambino prematuro o di basso peso, o se vuoi dare un’aggiunta con il bicchierino o con una tazzina, ricorda che puoi sempre contattare una Consulente de La Leche League per sostegno e informazioni.

    Cliccando qui puoi vedere il bellissimo video del “Banco de Leite Humano de Meringà” che mostra una bambina nutrita con il bicchierino.

    Puoi guardare anche il video 4A nella sezione VIDEO  

  • È importante l'allattamento per il mio bambino prematuro?

    I bambini nati pretermine o di basso peso hanno bisogno del latte della loro mamma persino più di quelli nati a termine. Se tuo figlio è nato prima del tempo, probabilmente sei in preda ad un tumulto di sensazioni. Puoi sentirti spaventata, arrabbiata, colpevole, inadeguata, eppure tu sei davvero necessaria per il tuo bambino.

    Il tuo latte è qualcosa che tu sola puoi fornire al tuo bambino. Il latte di mamma contiene nutrienti specifici e proprietà immunologiche che fanno la differenza per la salute di tuo figlio e per il suo sviluppo. Il latte prodotto dalla mamma di un bambino prematuro è più ricco di proteine e di altri nutrienti rispetto a quello prodotto dalla madre di un bambino nato a termine. Il latte umano favorisce la maturazione dell'apparato gastro-intestinale e, grazie all'enzima lipasi, permette al bambino di digerire più facilmente i grassi. Il bambino prematuro nutrito con la formula ha un rischio maggiore di infezioni e non riceve i fattori di crescita presenti nel tuo latte.

    È meglio somministrare al bambino il tuo latte fresco: il latte donato deve essere pastorizzato, procedimento che uccide le cellule vive deputate alla lotta alle infezioni, (sebbene sia certamente la prima alternativa quando la mamma non riesce ancora a fornire latte a sufficienza).

    Dare il tuo latte, sia direttamente al seno sia tramite spremitura, fa bene a te e al bambino, in ogni caso. La sensazione di unione che provi quando il latte fluisce fa bene alla vostra relazione. Ti aiuta a pensare che tuo figlio è in primo luogo una persona, il tuo bambino adorato, e non solo un oggetto di studio medico. Questo legame vi sosterrà entrambi in ogni difficoltà che incontrerete.

     

    Le prime ore

    La prima fase dell’allattamento è controllata dagli ormoni, il più importante dei quali è la prolattina. La produzione di latte avviene comunque, sia che una madre allatti oppure no, ma è provato che per avere un tempestivo inizio di produzione è importante tirarsi il latte precocemente e frequentemente. A questo stadio della lattogenesi è infatti importante allattare molto spesso o estrarre il latte manualmente o con un tiralatte, se il bambino non può poppare. I primi giorni viene prodotto colostro, poche gocce ma davvero fondamentali per il tuo bambino. La quantità di latte prodotto aumenta rapidamente e la sua composizione gradualmente cambia da colostro a latte maturo. Anche il colore cambia gradualmente dal giallo tipico del colostro al bianco opalescente.

    Produzione e mantenimento

    Dopo i primi giorni la produzione di latte dipende più dalla rimozione effettiva del latte dai seni che dagli ormoni circolanti nel sangue. In altre parole, l’elemento cruciale diviene il principio di “domanda e offerta”. Più una madre allatta, più latte produrrà. Svuotare i seni è ciò che aiuta la produzione di latte ad andare avanti. Sapere che nuovo latte viene costantemente prodotto negli alveoli può dare la fiducia necessaria per attaccare il bambino o estrarre il latte, anche quando il seno appare “vuoto”. Ricordando sempre che il seno è una fabbrica che produce, non un contenitore che deve riempirsi.

     

    Come posso allattare il mio bambino prematuro?

    Forse tuo figlio è abbastanza forte e maturo da potersi nutrire direttamente al seno. Ci può volere del tempo per incoraggiarlo a farlo in maniera efficace. Puoi provare la cosiddetta "presa di transizione" che ti permette di vedere meglio il bambino e di controllarne la bocca. Inizia sostenendo la sua testolina con la mano opposta al seno a cui lo vuoi attaccare, pollice e indice dietro le sue orecchie, il resto del suo corpo appoggiato sul tuo avambraccio. Tienilo aderente a te, pancia contro pancia. Dei cuscini per appoggiare le braccia aiutano a sostenerlo a livello del seno. Il bambino potrebbe aver bisogno di aiuto per aprire bene la bocca. Posizionalo con il capezzolo davanti al naso (non davanti alla bocca) in modo che per prendere il seno debba piegare all'indietro la testa e spalancare bene la bocca. Qui puoi trovare i video che mostrano strategie per attaccare il bambino. Anche quando il bambino è nutrito con un sondino nasogastrico è possibile allattarlo, dopo aver tirato il latte il più possibile, per evitare che gli possa andare di traverso. Si è visto che questo favorisce l'aumento del peso. La ricerca ha dimostrato che per i bambini l'allattamento è meno stressante dell'alimentazione al biberon. Parlane con i medici che vi seguono.

     

    Provare ad attaccare al seno richiede tempo e pazienza. Così come tirarsi il latte, tante volte ogni giorno, per tanti giorni. Non è sempre facile, servono informazioni e tanto sostegno. Le mamme premature possono trovarli a ogni incontro de La Leche League, insieme al calore e alla condivisione con altre mamme.

     

    Spremere il latte

    Se il tuo bambino non è in grado di poppare al seno, inizia a spremere o tirare il tuo latte il prima possibile dopo la nascita. Tirando il latte spesso, imiterai la frequenza delle poppate di un neonato e otterrai una buona produzione. Procurati un tiralatte, con le coppe della misura adatta al tuo seno, magari del tipo ospedaliero con attacco doppio. Stimolando entrambi i seni contemporaneamente, estrarrai una quantità maggiore di latte in meno tempo. Anche massaggiare il seno prima e durante l'estrazione può far aumentare significativamente il volume di latte ottenuto. Guarda qui i video con le informazioni su come estrarre il latte (video 5B, 3B e 3A).
    Offri le prime gocce del tuo colostro, il primo latte: è il primo cibo, quello giusto per il tuo bambino. È molto denso ed è più facile spremerlo manualmente che col tiralatte. Puoi raccoglierlo con una siringa o un cucchiaino (vedi video 5B).
    È sempre meglio nutrire il bambino con il tuo latte fresco: il latte donato da un’altra donna deve essere pastorizzato, procedimento che diminuisce le cellule vive deputate alla lotta alle infezioni. Il latte di altre donne è comunque la prima alternativa quando la mamma non riesce a fornire latte a sufficienza.

     

     

    Dare il tuo latte, sia direttamente al seno sia spremuto, fa bene a te e al tuo bambino. È qualcosa di concreto che solo tu puoi fare. La sensazione di unione che provi quando il latte fluisce, mantiene la vostra relazione anche se siete separati. Questo legame vi sosterrà entrambi in ogni difficoltà che incontrerete.

     

     

    Cos'è la KANGAROO MOTHER CARE?

    È un metodo di accudimento del neonato prematuro che sostituisce l’incubatrice con il corpo della mamma, del papà e di altri famigliari. Immediatamente dopo la nascita i neonati vengono aggrediti dal freddo, dalla luce, dal rumore e soprattutto dalla forza di gravità, non galleggiano più sostenuti dall'acqua come dentro alla pancia della mamma. Il contatto con la pelle e la morbidezza della pancia della mamma li riportano alla sicurezza dell’utero.

    Anche i papà e il resto della famiglia possono offrire una simile solidità e accoglienza. Tutti possono imparare a prendersi cura del neonato pelle a pelle sentendosi quindi meno inutili o fuori posto. Il bambino è letteralmente fra braccia sicure, le più sicure del mondo dopo quelle della mamma.

    La Leche League ha tradotto qualche anno fa in italiano il DVD del dottor Nils Bergman dedicato alla KMC. Molte informazioni si possono trovare anche sul sito http://kangaroomothercare.org/

     

     

    Tocca il bambino e parlagli più che puoi. Allattalo e cambialo.

    Dandogli il tuo latte, gli stai dando il tuo più grande regalo.

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

     

    Puoi trovare ulteriori informazioni qui:

    Kangaroo mother care: a transformative innovation in health care: global position paper (who.int)
    Kangaroo mother care: implementation strategy for scale-up adaptable to different country contexts (who.int)

     

  • Kangaroo Mother Care

    un DVD che mostra come accudire naturalmente i neonati prematuri

    Kangaroo mother careLa Leche League Italia ha tradotto in italiano il DVD del professor Nils Bergman dedicato all’accudimento pelle-a-pelle dei bambini prematuri e di basso peso. Si tratta del primo ed unico strumento in italiano per comprendere la filosofia della Kangaroo Mother Care, il metodo Marsupio.

    Nella nostra nazione nascono circa 8 bambini prematuri su cento.

    Si tratta di neonati di basso (talvolta bassissimo) peso che richiedono una cura costante ed un accudimento speciale, sia per la loro fragilità fisica, sia per la loro vulnerabilità psicologica.

    Il trattamento normalmente applicato nei centri di terapia intensiva degli ospedali italiani prevede l’inserimento dei bambini nell’incubatrice, inventata circa cento anni fa. Il dott. Nils Bergman, nella sua clinica di Cape Town, in Sud Africa, promuove invece l’uso della MAMMA quale naturale “appoggio” per il neonato prematuro.

    Con l’aiuto di una speciale camicia “canguro” il neonato anche di ridottissimo peso e con ogni tipo di supporto medico necessario (sondini, flebo…) vive rannicchiato sul petto della mamma, appoggiato contro la sua pelle. Si è scoperto che la madre è capace di cambiare la temperatura a seconda dei bisogni del piccolo. Inoltre il respiro della mamma ed il suo battito cardiaco stimolano costantemente lo sviluppo neurologico del prematuro.

    Le più recenti ricerche svolte in alcuni ospedali del mondo che applicano questo metodo dimostrano che la mortalità dei prematuri diminuisce in maniera sensibile.  Si tratta di un’opera unica nel panorama italiano, di grande impatto emotivo oltre che scientifico, pensata per i neonatologi, per gli operatori dell’infanzia e per i genitori di bambini di basso peso.

  • La storia di Ilenia e Marisol - "Tutto quello che stavo facendo era per lei"

    La Leche League è entrata nella mia vita un po’ per caso e, come tutte le cose belle, quando arrivano per caso o comunque quando meno te lo aspetti, ti stupiscono e ti lasciano a bocca aperta! La mia storia inizia molto tempo prima di aver conosciuto questa associazione. Ed è un po’ particolare ma straordinariamente favolosa...sì, insomma, un po’ come nelle favole.

    Ho avuto un parto inaspettato, molto prima del previsto, alla 30a settimana di gestazione ho dato alla luce Marisol. La mia secondogenita, una bellissima e fortissima bambina che, ahimè, ha avuto la sfortuna di stare fisicamente lontana dalla mamma per ben 2 mesi e mezzo. Avere un figlio prematuro è un’esperienza che ti stravolge la vita in tutti i sensi e, se già un figlio di per sé è un’esperienza radicale, un figlio prematuro comporta necessariamente anche una mamma, un papà e una famiglia prematura.

    Dover anticipare il tutto ha davvero smosso energie e blocchi che fino a quel momento erano a me sconosciuti. Insomma, anche se ero già mamma, esserlo per la seconda volta in questi termini di sicuro non è stata la stessa cosa. Appena nata Marisol è stata intubata e portata in patologia neonatale e io l’ho vista per la prima volta solo dopo 2 giorni! Ma, alla faccia di chi dice che con un cesareo è più difficile che arrivi la montata lattea, io la notte stessa avevo già cominciato a “lavorare”. La mattina mi sono svegliata con una bella chiazza di colostro nel camice post operazione (la natura è davvero meravigliosa!) e non vi dico la felicità...per me quello è stato l’inizio del mio legame con la piccola Marisol. Per me il momento di tirare il latte era diventato importantissimo!!

    Ovviamente per 2 mesi e mezzo il mio allattamento non è stato “naturale”, non era come tutte se lo immaginano o lo sognano: io dovevo accendere una macchina e far partire una specie di motore che sembrava più una mungitrice che un tiralatte. Mi chiedevo spesso che senso avesse, perché dovevo stare lì ogni 3 ore per 10 minuti a seno, perché doveva essere tutto così “sterile”? Così “innaturale”? Poi chiudevo gli occhi e pensavo che tutto quello che stavo facendo era per lei, solo per lei... non c’era altro che la sua faccia davanti a me e quella luce che era la speranza che prima o poi anche Marisol finalmente sarebbe stata mia e che quel legame sarebbe stato vero e reale.

    Tirando il latte ebbi dei problemi: un ingorgo nella parta alta del seno sinistro che mi spaventò molto, visto che 3 anni prima ero stata operata proprio in quel seno per un fibroadenoma in età giovanile. Già mi immaginavo malata terminale che mi toglievo l’ultimo goccio di latte per darlo a mia figlia e in quel momento mi sono sentita sola.

    I medici e gli infermieri mi dicevano che dovevo andare a farmi un’ecografia per escludere qualsiasi cosa. Quella sera quando tornai dall’ospedale oltre a piangere disperatamente mi trovai ad avere due pietre al posto delle tette.

    Solo l’amore e il calore della mia famiglia mi riportarono alla realtà: mio figlio più grande, sentendomi piangere e singhiozzare dalla cucina, è sceso dal suo lettino e si avvicinò per chiedermi cosa stesse succedendo e, con l’innocenza che solo un bambino di 5 anni può avere, mi disse semplicemente: “Mamma, facciamo una preghierina a Gesù e vedrai che tutto andrà bene.”. Mi lasciai massaggiare il seno e fare una spremitura manuale dal mio compagno che si era amorevolmente offerto di aiutarmi visto che io ero completamente in “tilt” e non sapevo più cosa fare.

    Il primo attacco di Marisol fu in patologia: un momento magico!!!

    Marisol era alimentata tramite sondino naso gastrico, era broncodisplasica e aveva le cannuline dell’ossigeno. Con tutti questi tubi per molti era impensabile che lei potesse ciucciare anche dalla tetta. Invece lei, piccola, furba e tenace, ha riconosciuto subito la tetta, quella sconosciuta che per più di un mese non si era fatta vedere. Marisol veniva nutrita comunque con il mio latte tramite sondino, ma è bastato prenderla in braccio una volta uscita dall’incubatrice, farle sentire il mio odore che quasi per magia l’attacco è stato perfetto.

    Nessuno glielo aveva insegnato ma lei sapeva farlo!

    Purtroppo, non mi fu possibile gioire a pieno per quei momenti, alcune infermiere pensavano che al seno la bambina si stancasse troppo e giocasse soltanto con il seno senza davvero mangiare. Questi pareri mi misero in crisi di nuovo perché mi dissero che dovevo tenere la bambina solo 3 minuti per tetta, poi dare il biberon e infine quello che avanzava dovevo spingerglielo giù con la siringa tramite sondino o, peggio ancora, tramite pompaggio. Un giorno chiesi aiuto a una delle infermiere più anziane e forse ho ricevuto proprio quella parola di conforto che cercavo, un aiuto prezioso e accogliente, diverso dal solito: “Quando ci sei tu, sei tu... dalle solo la tetta”.

    E così feci, perché mi sembrava che questo suggerimento più di tutti gli altri fosse adatto a me e... addirittura mi accorsi che quando Marisol mangiava dal seno desaturava meno, come se quello “sforzo” (così come lo chiamava la maggior parte delle infermiere) in realtà per lei fosse meno gravoso. Sapevo benissimo che in quel momento non stava passando solo latte ma stavo nutrendo mia figlia con tutto il mio amore, che in quella tetta non c’era solo cibo ma molto di più: c’era la mamma.

    Non era facile allattare serenamente su un’orribile sedia dura, con mille occhi che mi guardavano come se stessi facendo del male a mia figlia ma io mi concentravo su di lei e andammo avanti così per circa una settimana.

    All’improvviso però ci fu un inconveniente e, proprio in quel reparto dove era stata salvata un mese prima, si beccò la bronchiolite. Fu il nostro calvario e la nostra sofferenza più grande: siamo state divise per la seconda volta e Marisol fu riportata in incubatrice per altre due settimane.

    La piccola, che finalmente aveva conosciuto la mamma, con cui si stava finalmente instaurando quel rapporto tanto atteso, fu strappata dalle mie braccia per la seconda volta. Questa cosa non me la perdonerò mai: fu dolorosissimo e stavo per andare davvero in depressione, non so in quel momento come sono riuscita ancora ad estrarre latte. È stato grazie alla mia tenacia e perseveranza se sono riuscita ad arrivare ad abbracciare Marisol in pediatria: la mia piccola leonessa in “gabbia” non ce la faceva più, nonostante la alimentassero direttamente con un sondino non riusciva più a crescere come prima. C’era una cosa che medici e infermieri non avevano capito: Marisol voleva la sua mamma, e fu chiaro quando un giorno per rifarle il nido dentro l’incubatrice me la diedero un secondo in braccio e quando me la tolsero per rimetterla dentro lei cominciò a strillare come mai aveva fatto prima. Sentirla piangere mi “tolse il cuore”, era chiaro che voleva stare con me e io volevo la mia bambina.

    Quelle 2 settimane mi sono sembrate un’eternità ma alla fine, data la mia insistenza, si decisero a mandarmi in pediatria per verificare se veramente lei poteva crescere solo con il mio latte.

    Mi dissero di fare la doppia pesata a ogni poppata e appuntare il peso. Ma immaginate quanto fosse difficile gestire una situazione del genere con una bambina di appena 2 kg che voleva attaccarsi spesso, a volte rigurgitava e spesso piangeva. Stavo impazzendo. Così ho deciso di estrarre il mio latte e darglielo con il biberon per riuscire a tenere l’allattamento sotto controllo, accontentare i medici e riuscire a tornare presto a casa. Finalmente tornate a casa il nostro primo e più grande desiderio era di stare insieme, sempre, il più possibile. Ho fatto marsupio terapia per 2 mesi giorno e notte, nonostante mi dicessero che la stavo viziando, che ero io ad avere bisogno di lei, che lei si era già abituata a stare senza di me, ancora oggi mi chiedo come si potevano dire cose così tanto dure a una mamma che già faceva fatica ad accettare una situazione così tanto impegnativa e piena di ostacoli.

    Fu proprio in quel momento che conobbi La Leche League, me ne aveva parlato la prima volta un’altra mamma “prematura” come me.

    Dopo 2 mesi e mezzo non facili tra tiralatte e attaccare Marisol contattai le Consulenti perchè avendo un riflesso di emissione forte, lei faticava a gestirlo, non perchè lei non sapesse farlo ma perchè la stimolazione era diversa... lei era piccola e per quanto brava fosse il mio flusso era troppo forte e rischiavo di perdere quel legame fantastico che con tanta fatica ero riuscita ad instaurare...Le Consulenti de La Leche League mi hanno indicato alcune posizioni per facilitare la gestione del flusso, mi hanno proposto di provare ad allattare un seno alla volta, oppure di provare ad allattare camminando.

    Ho trovato questi suggerimenti efficaci ma la cosa che davvero mi ha riempito il cuore e che ho trovato la più importante, il tassello di cui veramente avevo bisogno era essere compresa e supportata in tutto quello che avevo passato.

    La mia storia in realtà alle mamme volontarie de La Leche League non l’ho mai raccontata dettagliatamente, ma la loro umanità, la loro disponibilità, anche semplicemente ad ascoltarmi, non l’ho trovata in nessun medico... e quasi in nessuno dei miei famigliari.

    Al mondo d’oggi quello che conta è la crescita... il risultato, ma non ci si preoccupa del come... certo anche con il latte formulato si cresce... ma come?? Insomma... l’importanza che ha UNA TETTA... nessuno la sa...

    Ne La Leche League ho trovato mamme esperte che con la loro semplicità e con la loro esperienza di mamme hanno saputo starmi vicino, non solo fisicamente, dandomi preziosi consigli, ma psicologicamente dandomi quell’incoraggiamento che quasi nessuno era riuscito a darmi, soprattutto quella sicurezza che avevo bisogno di concretizzare.

    Mi hanno dato la conferma dell’importanza del “sesto senso”, dell’ascoltare e di mettersi in sintonia con il proprio bambino. Potrà sembrare banale ma quando ti accorgi che è grazie al tuo latte che si è instaurato un rapporto così meraviglioso con il tuo bambino capisci che la tetta non è solo nutrimento ma è veramente “amore puro”.

    La nostra pediatra ancora ad oggi non si spiega la crescita di Marisol, non si spiega come una bambina nata prematura di 1.050 kg per 42 cm abbia potuto recuperare così in fretta, non gliel’ho spiegato ma io e Marisol sappiamo benissimo il perchè...

    Per noi l’allattamento è stata la salvezza in tutti i sensi: è solo grazie all’allattamento se Marisol oggi è quello che è e io non sarei arrivata ad oggi con questa serenità.

    Ma la cosa più buffa è che io mi sono completamente fidata di Marisol, sembra strano eppure quando tu chiudi gli occhi e ti affidi ciecamente a chi hai di fronte sai benissimo che quello che stai facendo è la cosa giusta. Non mi sono più posta la domanda se Marisol stesse crescendo bene o no. Prima di conoscere La Leche League mi stavo incastrando con domande per cui una risposta non c’era: come facevo a sapere quanto mangiava effettivamente dal seno? A sapere quanto cresceva?

    Insomma, le classiche domande che si pone una mamma ansiosa... Ma io non ero quel genere di mamma. Lo ero diventata semplicemente per tutte le raccomandazioni che ci hanno fatto in ospedale. Dopo aver conosciuto La Leche League il rapporto con Marisol è andato sempre meglio. A volte chiamavo le Consulenti de La Leche League avendo già io la risposta.

    In fondo siamo “un po’ tutte La Leche League”: dentro ci siamo tutte noi mamme con i nostri dubbi, le notti insonni e qualche difficoltà.

    L’istinto di mamma mi ha portato a sapere cosa è giusto fare in più momenti difficili, mi ha aiutata anche l’estate scorsa, quando ho avuto un problema di ingorgo che ho trascurato, rischiando di compromettere il mio allattamento, anche in quell’occasione, contattando La Leche League, ho trovato ascolto e comprensione da una Consulente mamma speciale, che mi ha aiutata a valutare e fare le “mie” scelte con consapevolezza. Con Marisol ho imparato a non guardare in faccia nessuno. Nessuna difficoltà o ostacolo possono essere così forti da interrompere il nostro legame. La volontà, la forza, il coraggio, l’ascolto verso se stessi, l’amore, l’importanza dell’allattare fanno “vincere”, danno la forza di non ascoltare tutte le “chiacchiere”: la cosa più importante e più bella è quando abbiamo il nostro bambino tra le braccia e i nostri sguardi si incrociano non si sta nutrendo solo del tuo, del nostro, latte ma di tutto l’amore che abbiamo per lui e vorremmo che questo legame non finisse mai.

     

    Marisol NdR: cliccando qui puoi trovare un video che testimonia l’allattamento di Ilenia e Marisol

  • La storia di Ludovica e Luna

    Ciao a tutti, sono Ludovica e da poco sono mamma di Luna.

    La nostra storia è un’avventura ricca e articolata ma quel che più mi interessa condividere è il suo meraviglioso lieto fine o meglio lieto inizio.
    Sono una ragazza di trent’anni e ho avuto una gravidanza gemellare andata benissimo fino al quinto mese quando una serie di disavventure mi hanno messa di fronte alla necessità di effettuare un aborto selettivo. Luna non ha preso molto bene questa nuova condizione e alla 24° settimana ha deciso che preferiva vedere il mondo da fuori.

    Quando è nata pesava 660 grammi e a seguito di diverse difficoltà è arrivata a pesare fino a 509 grammi. Era stata in pancia 5 mesi e 20 giorni.
    Nonostante il forte shock e il rischio di non riuscire a produrre latte di cui tanti mi avevano parlato, io ho da subito tirato il latte giorno e notte, convinta del fatto che quello fosse un preziosissimo contribuito alla vita della nostra bimba. All’inizio festeggiavo quando producevo 10 ml da entrambi i seni. A volte dopo mezz’ora ne avevo prodotti 4 o 5 ml ma tutto sommato Luna era talmente piccola che prendeva 1 ml di latte per 8 volte al giorno quindi la mia produzione era adeguata alle sue esigenze.
    Io e Simone, il papà di Luna, abbiamo sempre mantenuto alta la speranza e passavamo tutte le nostre giornate in terapia intensiva neonatale al Sant’Orsola di Bologna accanto alla culla della nostra bimba.
    Dopo circa un mese di terapia intensiva, grazie a Virgilia, un’infermiera appassionata di allattamento, è iniziato un meraviglioso percorso di avvicinamento al seno materno. Io e Virgilia avevamo il sogno di riuscire a far attaccare Luna al mio seno. Un’Utopia bella e buona per una bimba con una storia clinica così complessa.

    La storia di Ludovica e Luna 1bAbbiamo iniziato con la marsupio terapia. La prima volta che abbiamo messo Luna pelle-a-pelle con me, pesava 523 grammi ed era lunga 31 cm. Mi stava interamente sotto il palmo della mano. Un po’ alla volta abbiamo iniziato ad avvicinare Luna al capezzolo, a tenerla in braccio mentre veniva nutrita con il sondino allo stomaco, a intingere il ciuccio nel mio latte per farle sentire il sapore. Dopo tre mesi di terapia intensiva siamo stati trasferiti in neonatologia. Luna pesava 950 grammi e in neonatologia abbiamo iniziato ad utilizzare il Das. Per prendere 20 ml di latte Luna a volte impiegava quasi un’ora. Provavamo ad attaccarla al seno ogni giorno. Per un periodo ho utilizzato dei paracapezzoli in silicone per aiutarla ad attaccarsi.
    Tantissime persone mi hanno detto che forse stavamo esagerando con i nostri tentativi di attaccarla al seno e che una bimba con la sua storia clinica non si sarebbe mai potuta attaccare al seno.

    La storia di Ludovica e Luna 2

     

    Dopo 110 giorni di ospedale Luna è uscita e ora pesa tre chili.
    La allatto al seno regolarmente e lei sta crescendo bene. Ogni poppata che facciamo è per me una gioia immensa e una conquista più che meritata.

    Il mio messaggio per tutte le mamme è: siate forti, credete in voi e nelle infinite potenzialità dei vostri bimbi perché i limiti sono solo nella nostra mente. Noi ce l’abbiamo fatta e siamo i genitori più felici del mondo.

     

     

  • Latte di mamma: per i prematuri ogni goccia conta!

    Il 17 novembre è la Giornata Mondiale della Prematurità.

    La Leche League ha preparato la nuova edizione dell’opuscolo "Ogni goccia conta", dedicato ai primi suggerimenti per una mamma che voglia allattare il suo bambino prematuro ricoverato in TIN, aggiornato graficamente e nei contenuti.
    Potete scaricare l’opuscolo cliccando qui:

    CONTATTO PELLE A PELLE ANCHE PER I PARTNER, I NONNI, I FRATELLI...
    Immediatamente dopo la nascita i neonati vengono aggrediti dal freddo, dalla luce, dal rumore e soprattutto dalla forza di gravità, che non li sostiene come prima faceva l’acqua nella quale galleggiavano dentro alla pancia della mamma. Il contatto con la pelle della mamma e la morbidezza della sua pancia li riportano alla sicurezza dell’utero.  Ma anche i papà, i partner e gli altri parenti possono offrire una simile solidità e accoglienza. Tutti possono imparare a prendersi cura del neonato sentendosi quindi meno inutili o fuori posto. Tutti hanno un ruolo importante nell’alternarsi alla mamma, permettendole di riposare un poco sapendo che il bambino è letteralmente fra braccia sicure, le più sicure del mondo dopo le sue.

    Per avere informazioni e sostegno puoi contattare una Consulente de La Leche League oppure ti puoi rivolgere al personale del reparto in cui è nato il tuo bambino o la tua bambina.

    OGNI CONTATTO CONTA!
    Dopo ogni contatto (carezza, massaggino, bacino) il livello del cortisolo del tuo bambino risulta più basso, cioè lo stress diminuisce, mentre l’ossitocina, l’ormone del benessere e della socialità, aumenta. Con il bacio, in particolare, il bambino produce sostanze come la dopamina e le endorfine, che abbassano la sensibilità al dolore.

    Scarica qui il PDF "Latte di mamma - Ogni goccia conta" con tutte le informazioni

  • Maggio 2007 - Com Stampa La Leche League pubblica il DVD Kangaroo Mother Care

    Per leggere il comunicato stampa clicca qui

  • Nata alla 31ª settimana... e allattata!

    Di A. U. Da Da mamma a mamma n. 54, inverno 1998-99

  • Prematuri - Tabella di conservazione del latte

    Tabella Conservazione2020 versione2

  • Quali sono i metodi di alimentazione alternativi all’allattamento?

    Se il tuo bambino non può poppare al seno o se devi dargli un’aggiunta (che può essere del tuo latte tirato, di latte donato o di formula) puoi usare un metodo alternativo. Ci sono diverse possibilità: biberon, tazza, bicchierino, contagocce, siringa, cucchiaio, paladai, DAS/SNS (Dispositivo di alimentazione supplementare/ Sistema di nutrizione supplementare) usato al seno o al dito. Può succedere che i bambini prematuri siano nutriti con il sondino naso-gastrico finché non sono pronti a poppare.

    Contemporaneamente all’uso di questi metodi alternativi è importante stimolare il bambino ad attaccarsi al seno e mantenere alta la produzione di latte affinché sia pronto quando il bambino sarà in grado di nutrirsi al seno.

    Quando devi scegliere un metodo di alimentazione alternativo tieni conto innanzitutto della sicurezza per il tuo bambino, della compatibilità con la sua età, il peso e le sue condizioni di salute, che sia facile da usare per te rispetto alla situazione in cui ti trovi e degli aiuti che hai, che sia appropriato alla durata del periodo di tempo in cui pensi di usarlo e soprattutto che stimoli la suzione al seno, perché l’obiettivo finale è, ove è possibile, portare il bambino a poppare esclusivamente al seno.

    Qualunque sia il metodo che utilizzerai, ti esortiamo ad approcciarlo con calma e pazienza. Ci vorranno alcuni giorni affinché tu e il tuo bambino prendiate confidenza con il nuovo modo di nutrirsi. Abbi fiducia in te e soprattutto nel tuo bambino e lasciati guidare dal tuo istinto e dalla competenza del tuo bimbo.

     

    BIBERON

    Il biberon è sicuramente il metodo più conosciuto e usato, tuttavia ha diverse LLL bireron controllatocontroindicazioni per quanto riguarda la suzione. È stato dimostrato che un uso precoce del biberon, come del ciuccio, soprattutto nei primi mesi di vita, può creare confusione nella modalità di suzione al bambino, in quanto il modo di poppare al biberon è molto diverso dal modo di poppare al seno. (Vedi Video n 1A qui)

    Tuttavia, è possibile usare il biberon mettendo in atto alcune accortezze per ridurre il più possibile il rischio di confusione tra seno e tettarella.

    Innanzitutto, è importante proporre il biberon tenendo il bambino stretto a te ma in una posizione più verticale, quasi seduta, e tenere il biberon in posizione quasi orizzontale al pavimento, prestando attenzione che la punta della tettarella sia piena di latte ma che il latte non esca “per caduta”. In questo modo per il tuo bambino è più semplice gestire il flusso. È importante offrire il biberon ogni volta che il bambino dimostra segni di fame e lasciare che sia lui a decidere quando la poppata è finita, senza aspettarsi che lo svuoti tutto.

    È utile proporre il biberon così come si propone il seno, cioè sfiorando con la tettarella il labbro superiore del bimbo, aspettando che apra la bocca e che sia lui a prendere la tettarella, senza spingerla dentro. Controlla che la bocca sia ben aperta e che il bambino non poppi dalla punta della tettarella con la bocca chiusa. Inoltre sarebbe importante usare una tettarella morbida, dal flusso lento e abbastanza lunga da posizionarsi in fondo alla bocca, dove andrebbe il capezzolo.

     

    TAZZA O BICCHIERINO

    È possibile somministrare il latte attraverso una tazza o un bicchierino, molto facili da pulire a differenza del biberon.La Leche League Meme Aggiunte Tazzina

    I bambini si sono dimostrati assolutamente capaci di nutrirsi in questo modo e di saperlo gestire. È importante che il bicchiere sia piccolo: ideali sono i bicchieri da liquore o le tazzine da caffè, sia come dimensione sia come imboccatura, ed è necessario riempirlo almeno a metà per evitare che il bambino debba inclinare eccessivamente la testa per ricevere il latte.

    Assicurati che il tuo bambino sia sveglio e vigile, mettilo seduto in posizione verticale, ad esempio appoggiato al tuo sterno, con la testa che appoggia tra i tuoi seni, così potrai abbracciarlo e tenerlo vicino a te; fai attenzione alle sue manine per evitare che colpisca il bicchierino.

    A questo punto portagli il bicchierino alle labbra, inclinalo leggermente in modo che il latte gli bagni le labbra, appoggia il bordo del bicchiere sul suo labbro inferiore e aspetta che il tuo bambino inizi a leccare il latte. Mantieni il bicchierino in questa posizione in modo che sia lui a decidere con che ritmo leccare il latte.
    Ne parliamo in modo approfondito qui. Puoi trovare un video che spiega questo metodo qui. (Vedi video 4A)

     

    PALADAI

    Il paladai è un attrezzo usato tradizionalmente in India per alimentare i bambini. Consiste in una ciotola bassa con un beccuccio, il latte viene versato in bocca al bambino tramite il beccuccio. Sono da usare le stesse precauzioni di quando si usa una tazza.

     

    CUCCHIAINO

    Si può usare qualsiasi tipo di cucchiaino pulito, anche se quelli più concavi, tipo quelli d’argento tipici delle nostre nonne, contengono più latte e quindi permettono maggior velocità.

    Assicurati che il tuo bambino sia sveglio e vigile, mettilo seduto in posizione verticale, ad esempio appoggiato al tuo sterno con la testa che appoggia tra i tuoi seni, così potrai abbracciarlo e tenerlo vicino a te, fai attenzione alle sue manine per evitare che colpiscano il cucchiaino.

    A questo punto portagli il cucchiaino alle labbra, inclinalo leggermente in modo che il latte gli bagni le labbra e successivamente inclinalo ancora un po’ in modo che alcune gocce di latte cadano nella sua bocca. Mantieni il cucchiaino in questa posizione in modo che sia il bambino a decidere con che ritmo ricevere il latte, assicurati che abbia deglutito prima di versare altro latte nella sua bocca.

     

    DISPOSITIVO DI ALIMENTAZIONE SUPPLEMENTARE (DAS/SNS) INDUSTRIALE O CASALINGO

    Il DAS/SNS è costituito da una bottiglietta nella quale viene inserito il latte, preferibilmenteLa Leche League Meme Aggiunte Dito quello tirato dalla mamma, oppure in sua assenza la formula. Dal tappo partono uno o due tubicini che vengono posizionati al seno della mamma. Il bambino si attacca al seno e poppando riceve il latte dal tubicino ma contemporaneamente stimola la produzione del latte.

    Il DAS/SNS casalingo è estremamente economico, ed è costruito con una siringa e un tubicino ricavato da una valvola a farfalla per flebo, (per la sua costruzione e il suo utilizzo vedi il video realizzato da La Leche League nella pagina VIDEO– video 4B)

    Quando si utilizza il DAS/SNS è fondamentale che ci sia un attacco al seno profondo e che la mamma non provi dolore, altrimenti è preferibile utilizzare un metodo diverso.

    Nel caso in cui il bambino non si attacchi al seno è possibile usare il DAS/SNS anche fissandolo al dito, mettendo il tubicino sul polpastrello di un tuo dito e introducendolo con delicatezza nella sua bocca con il polpastrello rivolto verso l’alto. Il bambino avvolge il dito al di sotto con la lingua e controlla il flusso con la suzione.

    Il DAS/SNS di tipo commerciale viene fornito con tubicini di misure diverse, maggiore è il diametro maggiore sarà il flusso del latte. La scelta del diametro dipende dall’età del bambino, in quanto crescendo necessita di maggiore quantità di latte per non infastidirsi. Sul tappo in genere c’è una ghiera con dei taglietti che permette di bloccare il flusso del latte nel tubicino. Se il bambino si attacca al seno e la mamma produce latte, anche se in quantità limitata, può essere utile bloccare i tubicini all’inizio della poppata in modo che il bambino poppi il latte direttamente dal seno; quando poi il bimbo dà i primissimi segni di fastidio, cioè quando il flusso si riduce, si sbloccano i tubicini in modo che la poppata possa continuare.La Leche League Meme Aggiunte Tazzina

    Il DAS/SNS deve essere lavato e sterilizzato in ogni sua componente almeno una volta al giorno, soprattutto i tubicini, che possono intasarsi a causa del residuo di latte all’interno.

    Il DAS/SNS risulta essere un’ottima scelta in queste situazioni:

    • Bambino con suzione debole
    • Necessità di aumentare la produzione di latte
    • Aiutare il passaggio al seno da un altro metodo di alimentazione, in quanto il bambino riceve una ricompensa immediata attaccandosi al seno
    • Fornire un’integrazione al seno per bambini con problemi neurologici e/o cardiaci, prematuri, con sindrome di Down, con palatoschisi
    • Recuperare la lattazione
    • Indurre la lattazione

    Puoi trovare ulteriori informazioni sul DAS/SNS qui.